Mettiamola così: un artista può piacere o non piacere, le favole invece non possono che dare un’emozione. La gavetta, le difficoltà di un mestiere sognato, le speranze di un ragazzo di periferia. Ancora una volta complimenti a Simona Ercolani per “Emozioni Gold”, ieri sera dedicato a Gigi D’Alessio e alla sua lunga carriera (20 anni pieni, mica bruscolini). Ghettizzare un cantante è tipico di chi ha la puzza sotto il naso, di quei cronisti che si occupano di moda e costume o, magari, di televisione e non badano – semplicemente – alla musica di quell’artista. E, così, un po’ Ramazzotti e un po’ Baglioni, passando per Nino D’Angelo e Mario Merola, ecco Gigi: quello che faceva 10 matrimoni al giorno ed è finito a cantare con Liza Minnelli al Radio City Music Hall…
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Ha cominciato suonando il piano per (e con) Mario Merola, icona della canzone napoletana. Ma la storia professionale di Gigi D’Alessio è racchiusa in “Non mollare mai”, un manifesto della sua carriera. In tutto ha venduto oltre 12 milioni di dischi e, come lui stesso dice, se non ci fossero stati i cd taroccati venduti per le strade avrebbe eguagliato anche Michael Jackson. Dopo tanta gavetta arrivò quell’indimenticabile concerto allo Stadio San Paolo, grazie al quale conquistò migliaia di fan e, soprattutto, l’attenzione dei discografici…
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Stadio San Paolo, 7 giugno 1997: davanti a 20.000 spettatori per un concerto unico, impensabile Biglietti venduti anche porta a porta da amici e parenti di Gigi, sino a quel momento privo di etichette, produttori e case discografiche. Da quel giorno, progressivamente, le cose sono cambiate: il cantautore napoletano ha toccato tutta Italia, facendosi apprezzare anche al Festival di Sanremo. Città come New York e Parigi, portando con sé la semplicità e l’umiltà che lo contraddistinguono da sempre come uomo e come artista. Red Canzian dei Pooh ha detto: “D’Alessio è un ottimo compositore, un bravo pianista e sa anche cantare bene. Di cosa stiamo parlando…?“
