L’unica cosa palese è che si tratti di un filmato volutamente vintàge: anni ’70 al potere! Bruno Mars è semplicemente melodico, armonicamente eccellente. Appena parte ci fa pensare a qualcosa di già sentito. Pop al piano che ricorda tanto Elton John, quello di “Sorry seems to be the hardest word”, struggente e intenso, evocativo e coinvolgente. Il cantante di Honolulu, in verità, non è pop, non è soul, non è blues. Al massimo, Mars! E la foto che abbiamo scelto è tutto tranne che casuale…
Così lontani, così vicini…
Sarà per quella “baby face” che caratterizza entrambi, ma Bruno Mars e Michael Jackson hanno più di qualcosa in comune. Soul, R’n’B, black music. La base dalla quale tutti e due sono partiti, con un funky mai troppo velato. Un mood che non stanca, una delicatezza nei suoni che avvicina il cantante hawaiano al più celebre modello. Quello che era stato definito “Re del Pop”, vero imperatore di un genere musicale oggi inflazionato, perché difficilissimo da realizzare senza scadere nella banalità, nel “già detto”. Lo stesso Mars non si nasconde, anzi afferma di essersi ispirato ai più grandi artisti della storia, come The Police, Stevie Wonder, James Brown. E, appunto, Michael Jackson. Tutta la sua musica presenta influenze degli anni ’80, qui sotto va addirittura più indietro con qualcosa che richiama la “leggerezza” del primo Elton John…
Uno che ha la ‘X’, come negarlo!
“When I Was Your Man“, una ballad struggente. Dalle tinte retrò. Bruno, protagonista degli imminenti Grammy (domenica si esibirà con Sting e Rihanna), canta la fine di un amore prendendosi tutta la colpa ed elencando le cose che avrebbe potuto fare per salvarlo. Nel video, la popstar hawaiana è al centro di uno studio televisivo anni ’70: la ballata voce e piano, che molti considerano il brano migliore dell’album “Unorthodox Jukebox”, è praticamente perfetta. Innegabile che Bruno faccia il verso a Michael Jackson. In Italia uno così sarebbe stato stritolato dalla critica. Dopo aver stravinto X-Factor, però…
(foto by kikapress.com)
