Sanremo et Politica: venerdì il cast, ma forse slitta tutto… “Il Festival dei precari”

Da Morandi a Fazio. Due, come i mesi che mancano al Festival di Sanremo 2013. Siamo reduci da un’edizione tecnica, targata Monti, uno spettacolo in cui ha regnato la sobrietà e in cui ha trionfato la compostezza (Celentano a parte… ;-)). Adesso le notizie sono due: forse già questo venerdì conosceremo il cast definitivo (ebbene si, tutti i Big in gara) e, cosa non di poco conto, la kermesse rischia uno slittamento causa elezioni politiche…

Fino alla fine del mondo

Così cantava Gianni Morandi un po’ di anni fa. Ricordate la felice-infelice fiction al fianco della bella Mara Venier? Bene. La fine del mondo non è solo questo o l’ultimo pezzo di Gianna Nannini, ma anche lo spauracchio di questi freddissimi giorni. Arriveremo a Sanremo? Probabilmente si, Maya permettendo. Venerdì 14 dovremmo conoscere la lista dei partecipanti: era ora, mai come in queste settimane rumors e pronostici si sono rincorsi allo spasimo. Gino Paoli, amico di Fazio, ligure come lui, dovrebbe esserci: sarà il suo ultimo Festival, probabilmente. Amatissimo e pronto a schiaffeggiare chi lo ha escluso un anno fa è, invece, Morgan. Noi siamo contenti di questo.
L’abbiamo scritto un paio di giorni fa: da Amici a Sanremo il viaggio di Annalisa Scarrone, che potrebbe convincere il conduttore, tanto avverso al genere talent… Malika Ayane, forse oggi la più grande voce femminile del nostro paese, sarebbe un grandissimo colpo. La Caselli ci pensa, eccome… Sulla scia sofisticata si inserirebbe la coppia Irene Grandi-Stefano Bollani: la coda di un tour meraviglioso potrebbe stimolare il bravo duo a portare del buon Jazz sul palco dell’Ariston. E poi? I Modà, accaparrarsi il pubblico dei giovani. Max Gazzè e Daniele Silvestri per quello di chi ama la musica d’autore e la riflessione. Ospiti: pare che Claudio Baglioni non abbia trovato l’accordo con la Rai per la serata del venerdì. Andrea Bocelli unico vero super-ospite italiano?.

Spostiamo la finale a Porta a Porta!

A parte Luciana Littizzetto (la formica atomica starà al posto giusto, al momento giusto…) questa volta non sono le canzonette a preoccupare i politici, ma la politica stessa a dare noia alla scaletta del Festival. Perchè? Se l’Election Day sarà fissato il 17 febbraio (domenica successiva alla serata della finale), il Festival dovrà cambiare data. Stesso discorso nel caso in cui si decidesse di anticipare il voto al 10 febbraio. Nessuno slittamento, invece, se si andrà alle urne il 24. Eccallà, è già il “Festival dei precari”… Per fortuna, almeno per ora, non è l’inferno

(foto by kikapress.com)