Michele Perniola: “Mengoni e Bruno Mars i miei preferiti, ora il disco” [INTERVISTA]

Ho avuto la fortuna di conversare con artisti del calibro di Ennio Morricone. Lì c’è (di) tutto: l’esperienza, il talento, il genio. Ma non dimentico mai di tendere l’orecchio quando davanti a me trovo un ragazzino di 15 anni, capace di conquistare l’Italia e catturare – pochi mesi fa – l’interesse europeo: Michele Perniola viene da Palagiano, provincia di Taranto, nonostante l’età ha già messo insieme un po’ di trionfi, come quello di “Ti lascio una canzone” e il Junior Eurovision (secondo buona parte del pubblico, Michele è stato vincitore morale del Contest). Mi colpisce per la sua maturità, non pensa a nuovi talent show sul modello di Amici e X-Factor, ma ha voglia di fare subito un disco, di affacciarsi a palcoscenici internazionali. Prima di questo potremo vederlo nella fiction “Braccialetti Rossi” (in onda nei prossimi giorni su Rai Uno).
Michele canta, balla, recita: in testa il mito Michael Jackson, sulla strada performer di livello come Marco Mengoni e Bruno Mars (“mi piacerebbe, un giorno, fare qualcosa con loro“). Non ha paura di sognare e di volare, lo capisco anche dal brano che mi suggerisce in coda all’intervista…

Partiamo: hai partecipato alla fiction Rai “Braccialetti Rossi”…

Sì, è vero. Sai già tutto! E’ andata così: una persona della produzione ha contattato mio padre su Facebook: così ho fatto un provino, che poi è andato benissimo. Nella fiction ho un doppio ruolo, nel senso che faccio un bulletto che è anche cantante e ballerino. Nel personaggio c’è un po’ di me, ma non tutto: io, nella vita, sono tutto tranne che un bullo…

Sei giovanissimo, ma ci tocca andare un po’ indietro: ricordiamo insieme l’esordio a “Ti lascio una canzone”?

Non mi stancherò mai di dirlo, è stata un’esperienza magnifica. Un sogno che, piano piano, stava prendendo forma. Prima d’ora non avevo mai vissuto situazioni del genere, era la mia prima volta e, come tutte le prime volte, metteva un po’ d’ansia. Alla fine è stato un trionfo.

Il ricordo più bello?

L’amicizia. Quella che, nel tempo, sono riuscito a costruire con tanti ragazzi come me. Ho stretto tanti nuovi rapporti, ad esempio con Michael (abruzzese) e Beatrice (Verona). Nonostante la lontananza, siamo riusciti a non perderci mai “di vista”. E’ molto bello.

Cos’hai pensato il mattino dopo la tua vittoria?

Te lo giuro, sono corso su al computer per vedere se era tutto vero! Ricordo che la notte della proclamazione non riuscivo a prendere sonno, siamo anche andati a letto tardissimo, dopo lunghe chiacchiere e – lo ammetto – un bel po’ di commozione.

So che sarai ospite alla prima puntata, confermi?

Sì, assolutamente. Ma non so ancora cosa canterò, né se tornerò in altre puntate. Vedremo…

Canti, balli e reciti: ora che fai, ti butti sul musical? Oppure preferisci dedicarti a un disco tutto tuo?

La seconda che hai detto. (ride) Vorrei fare subito un album, certo. Però ammetto di avere sempre amato il genere musical: prima di partecipare a “Ti lascio una canzone”, lavoravo con la mia scuola di danza, avevamo portato in scena diversi spettacoli, tra cui il mitico “Pinocchio”, quello dei Pooh. Una gran fatica calarmi in quella parte: essere di legno non è facile, sai…

Hai un mito ed è Michael Jackson, ma se oggi potessi scegliere, con chi ti piacerebbe fare un duetto e/o una collaborazione?

In Italia non ho dubbi, Marco Mengoni: quando ero piccolissimo e lui era a X-Factor stavo incollato al televisore. Gran timbro di voce, tecnica vocale pazzesca… Se guardo all’estero, oggi chi mi colpisce di più è Bruno Mars, che personaggio! “When I Was Your Man” per me è un vero capolavoro.

Dal baby talent al talent vero: ti vedi prossimamente a X-Factor o Amici?

Lo ammetto, non mi incuriosiscono. Ho già fatto l’esperienza di un talent show, semmai l’obiettivo sarebbe quello di partecipare all’Eurovision “degli adulti”.

Ottimo gancio, parliamo del tuo Junior Eurovision: so che nel backstage tutti cantavano il tuo pezzo, “O-O-O Sole intorno a me”, che effetto faceva?

Che dire, bellissima emozione. Mi sono ritrovato con attorno un mucchio di gente che non conoscevo, è stato incredibile ascoltare la mia canzone cantata in coro da tutti loro. Una grande sorpresa. Per il resto, stare a Kiev mi ha fatto crescere molto, ho conosciuto tanta gente, ho anche imparato a parlare in ucraino, ma solo un po’! (ride) In seguito abbiamo anche pensato di realizzare qualcosa legato a quel pezzo…

Cosa, raccontami…

Con il mio produttore (Antonello Carrozza, ndr.) stiamo pensando di tradurre il brano in tante altre lingue, per dare vita a un progetto: vendere il brano in tutto il mondo e, tramite una ONLUS, donare il ricavato ai bambini meno fortunati. E’ una cosa alla quale teniamo parecchio.

Su Velvet Music sei stato accostato alla prima Rita Pavone, per timbrica ed energia: il tuo commento?

Lo prendo come un bel complimento, è un onore per me. Lei ha sempre cantato, anche adesso, con forza e gioia. Coinvolge e mette di buon umore, una grande professionista che molti dovrebbero prendere a modello.

Quanto è importante il rapporto con i fan? Vedo che sui social network sei molto seguito…

Internet, oggi, è fondamentale. Non lo scopro io, ma avvicina tutti e accende anche delle inaspettate collaborazioni. Sono felice di essere circondato dall’affetto dei fan: in molti mi scrivono, è bello scoprire che qualcuno apprezza ciò che faccio. Sono arrivate anche lettere dalla Russia, da New York. E per il mio compleanno (settembre 2013, ndr.) ho ricevuto tanti regali dall’Italia.

Hai una tua “canzone nell’armadio”? Una che amavi da piccolino e che ancora oggi torni a canticchiare, perché legata a un bel ricordo d’infanzia…

Certo, c’è! E’ la colonna sonora di Tarzan: ero davvero molto piccolo, consumavo le videocassette. Ricordi d’infanzia, ricordi bellissimi.

(foto by facebook)