E’ uscito ieri, lunedì 17 novembre, Nothing has changed, album che raccoglie tutto il meglio della musica di David Bowie dal 1964 al 2014, oltre a del materiale non pubblicato in precedenza e canzoni presentate per la prima volta in questo best of. Sono disponibili diverse versioni (ognuno con una copertina diversa): quella standard con due cd che seguiranno l’ordine cronologico dei brani, quella deluxe con tre album esattamente nell’ordine contrario, mentre il vinile sarà misto. “Ogni formato ha un’immagine diversa – ha ammesso il grafico Jonathan Barnbrook – Il tema comune è Bowie che guarda lo specchio: qualcosa che fosse sufficientemente forte come archetipo da offrire un link visivo immediatamente riconoscibile, ma che fosse anche chiaro nel fare capire che questa è una raccolta di canzoni che copre l’esperienza di vita di una persona, non necessariamente un concetto specifico o un determinato periodo come fanno in genere gli album”.
Tra i materiali esclusivi della raccolta troviamo Let me sleep beside you pubblicata per la prima volta in The world of David Bowie del 1970 e ri-registrata per Toy (album mai uscito), come anche Shadow Man; c’è poi Love is lost nella versione remix di James Murphy, Your turn to drive originariamente offerta solo in free download agli acquirenti di Reality del 2003, Wild is the wind pubblicata nel dvd di Station to Station del 1976, Young Americans in una single edit mai ascoltata. E ancora All the young dudes con uno stereo mix inedito e Life on Mars? nella versione remix di Ken Scott del 2003.
In contemporanea esce anche Sue (or in a Season of Crime) in vinile ed in digital download: per il Duca Bianco si tratta della prima prova jazzistica. Il brano dimostra che Bowie riesce a stupire dopo oltre cinquant’anni di carriera. E’ sicuramente una piccola perla della sua discografia impossibile da dimenticare. La sua voce è più misteriosa che mai, ma carica di decenni di esperienza: “L’ultimissimo esempio della genialità – ha scritto il Daily Telegraphic – di Bowie nel reinventarsi. Sì, c’è il suono di una big band alle spalle, ma è un suono strano, senza traccia di nostalgia“.
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