I Dear Jack non si fermano mai. Nonostante siano impegnati con concerti in giro per l’Italia fino alla fine di dicembre (a Capodanno saranno a Piazza del Plebiscito a Napoli come ospiti del live di Gigi D’Alessio in diretta su Canale 5), hanno iniziato a lavorare al loro secondo album. Si chiamerà Domani è un altro film (seconda parte)? La band al momento non rivela particolari, anche se continua a pubblicare nella pagina ufficiale di Facebook foto e video con aggiornamenti continui dallo studio di registrazione: “Stiamo lavorando sodo – dice il leader Alessio Bernabei – Vogliamo salutare tutti i fan”.
Proprio ieri, mercoledì 12 novembre, il gruppo ha concluso una prima parte del lavoro, ultimando le registrazioni di chitarra (Francesco Pierozzi e Lorenzo Cantarini) e di basso (Alessandro Presti). I fan sono molto felici del modo in cui i loro beniamini stanno interagendo, perché non tutti avrebbero fatto nello stesso modo: “Ci tenete costantemente aggiornati e ci fate partecipi di piccoli e grandi momenti, quindi grazie, è un legame migliore ogni giorno che passa”, “Non credo che tanti artisti facciano così tanto per i propri fan, ogni giorno siete una sorpresa continua, ci sentiamo parte del vostro sogno, lo condividiamo e ne seguiamo la realizzazione passo per passo”. Il loro primo progetto discografico ha venduto oltre centomila copie, così il gruppo ha ricevuto un doppio disco di platino. Anche questo nuovo lavoro avrà lo stesso successo?
Il 2014 è stato un anno davvero fortunato per i Dear Jack. Una strada tutta in salita grazie alla tredicesima edizione di Amici di Maria De Filippi, nella quale sono arrivati secondi, subito dopo Deborah Iurato. E pensare che fino a qualche tempo fa Bernabei era contrario ai talent show: “Non sono mai stato un amante della televisione – ha dichiarato in un’intervista a Verissimo – della musica in tv. Poi ci è capitato di vedere i provini aperti alle band, e così ci abbiamo provato. Io arrivavo da una realtà diversa, ero un ragazzo un po’ rock, contro i talent show… Ma volevo che la musica diventasse un lavoro e non rimanesse, invece, un hobby ‘da localini’. Un bel giorno mi sono detto: ‘Perché non provare? Potrebbe essere l’occasione della nostra vita’. Ed eccoci qui…”.
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