Piace. Ed è già una buona partenza per questo viaggio musicale che ha deciso di affrontare la ‘nuova’ Sinéad O’Connor: nuova nell’immagine, nuova soprattutto nell’impatto emozionale che suscita sul suo pubblico. Una star spesso sbandata, fuori dagli schemi, colma di paranoie, ma pur sempre una star. Con quel visino angelico e innocente, si ripresenta adesso con un singolo che fa da apripista ad un album molto atteso, “I’m Not Bossy, I’m the Boss”. Nel videoclip del brano “Take Me to Church” indossa tacchi alti, presenta un’immagine rude, aggressiva quanto fragile: lunghi capelli che volano da una parte all’altra prima di essere strappati con decisione, durante l’accorato finale. Nessun dramma, era solo una parrucca, guardiamo qui:
“I’m Not Bossy, I’m the Boss”
La lingua italiana è bellissima, la più bella. Ma all’estero riescono più spesso a stupirci con giochi di parole azzeccati. Quasi sempre. Accade col nuovo album di Sinéad O’Connor, “I’m Not Bossy, I’m the Boss” (tradotto: “non sono autoritaria, sono il boss”). Un grido di battaglia per l’artista che nel 1990 – a soli 24 anni – aveva stupito il mondo con “Nothing Compares 2 U”, capolavoro scritto da Prince. Amore, follia, intensità, ossessione. Questo era Sinéad, questo (in parte) è ancora oggi, nel 2014.
“Take Me to Church”
Nuovo singolo per Sinéad che è anche videoclip: non poteva essere altrimenti, visto la voglia del personaggio di legare musica, parole e immagini. La vediamo dimagrita, truccata, con i capelli lunghi, avvolta da un completo di pelle. Lei è insieme tosta e morbida, fragile ed elegante. Come detto in apertura, appare quasi liberatorio il finale del video in cui si strappa la parrucca: è ancora rasata, proprio come agli esordi. E canta parole dense di significato: “Non voglio più cantare canzoni d’amore.. non voglio più essere quella ragazza.. non voglio più piangere.. non voglio più morire. Portami in chiesa, ho fatto tante cose cattive, cose che fanno male.. Portami in chiesa, ma non in quelle che fanno del male…“.
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Oggi Sinéad O’Connor ha 47 anni, arriva al decimo disco della sua lunga carriera, una carriera segnata da momenti difficili, legati alla sfera personale: anni difficili tra depressione e scompensi emotivi che la porteranno a gesti estremi , come quando stracciò in diretta tv la foto di Papa Giovanni Paolo II. La nuova Sinéad appare volutamente come una bambola, quasi a voler fare il verso alle star di plastica che il mercato discografico sforna ogni mese, per poi dimenticarle dopo uno o due album. Buona fortuna.
(foto by facebook)