Come ‘vincere’ sulle case discografiche? Ne ho sentite tante, soprattutto quel “..ma tu hai un amico che mi può dare una spinta?“. In aggiunta non possiamo sottovalutare la mancanza di quattrini necessaria all’auto-produzione: io credo che si debba dare più forza e sostegno alla Pledge Music, idea che trovo geniale. Qui i fan di artisti più o meno noti possono arrivare a diventarne addirittura produttori: devolvendo anche un solo euro ad un fondo rivolto alla realizzazione di un suo disco. Mi spiego: c’è un artista che adorate che – per ragioni finanziarie – non potrà mai permettersi musicisti, studio di registrazione, videoclip, etc.? Beh, basterà una minuscola offerta da parte di ognuno di voi: così si potrà tutti insieme investire nel suo progetto, stabilire un rapporto diretto con lui, far si che realizzi il suo sogno.
Credo che questo rappresenti – d’ora in avanti – il futuro per chi vuole intraprendere la carriera di cantante, avendo dalla sua tanto talento e poche possibilità. E’ qui e solamente qui che il pubblico diventa attivo: è la ‘liberazione’ di tutti coloro che hanno talento, ma non possono emergere per limitate disponibilità economiche. Solo così ci si potrà slegare dalle catene del business e dal potere delle major.
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L’atteggiamento degli artisti
Per vincere conta anche il modo di porsi da parte di ogni cantante. Purtroppo tende a darsi molte più arie un artista italiano che ha fatto successo in poche settimane, rispetto a giganti come Elton John o Paul McCartney: parlo per esperienza diretta, non per ‘sentito dire’. Questo deve far riflettere, molto. E’ un vero peccato, perché noi italiani abbiamo tanto da dire: sbagliato tirarsela oltremodo, l’artista vero deve sempre ricordare di essere una persona come tutte le altre. Deve mantenere una buona dose di umiltà ed essere grato al pubblico, perché è questo che gli dà la possibilità di raccontarsi.
L’umiltà delle star internazionali
Personalmente ho collaborato (e conosciuto personalmente) con Eric Clapton, George Michael, Mark Knopfler, Seal e molti altri: credetemi, il paragone tra il loro e il nostro atteggiamento è a tratti impietoso. Quello che mi ha colpito è che, nonostante caratterialmente possano essere persone molto complesse, poi, nella loro dimensione artistica, risultano umili, professionali, flessibili, rilassati e aperti.
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Insomma, non devi essere per forza ‘famoso’ per interagire con loro dal punto di vista artistico: basterà solo la tua competenza. E, di base, toccherà comportarsi in maniera naturale, spontanea. Quello che non sai tu, te lo insegnano loro. Non conta essere giovane, vecchio, bianco, nero, donna o uomo: devi solo essere professionale ed umile. Così sarai accettato. E chissà che poi…
(foto by Velvet Music)
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