Abito lungo e immacolato. Piedi scalzi e forme generose. E talento, tanto. E’ partito ufficialmente da Roma, ieri sera, il “Se Vedo Te Tour”, protagonista Arisa, fresca vincitrice del Festival di Sanremo. Dopo l’anteprima di Alba, la cantante lucana ‘tocca’ la meravigliosa cornice dell’Auditorium capitolino, lo fa con la consueta grazie, sciorinando abilmente il repertorio di oggi e di ieri. Da “Sincerità” a “Quante parole che non dici”, da “Stai bene su di me” a “Controvento”, da “La notte” a “Meraviglioso amore mio”. Inutile dire il contrario, Rosalba è oggi una delle voci più belle presenti sul nostro panorama…
Arisa, emozioni a Roma
Roma, Auditorium Parco della Musica. C’è il pienone, come si diceva una volta. E non è un caso se usiamo una definizione poco moderna: Arisa regala al pubblico un concerto colmo di buona musica, di emozioni sincere, senza tanti orpelli e artifici. Si bada soprattutto al messaggio, al suono, alla forza dei testi. La gente che affolla l’impianto capitolino chiude gli occhi, a volte canta con lei, altre ascolta in religioso silenzio. Lontani i tempi di X-Factor, di un’Arisa poco Rosalba. La stessa scenografia del “Se Vedo Te Tour” è quasi ‘inusuale’: Klefish (già al lavoro per Anna Calvi) costruisce un’atmosfera minimal, con specchi che riflettono l’immagine dell’artista lucana. Il tutto dà il sapore dell’essenzialità, non distoglie e accompagna lo spettatore in un viaggio fatto di canzoni. Tante e belle.
Nessun duetto, almeno per ora, almeno per il prologo di Roma, ieri, e Milano, tra pochi giorni (16 aprile, Teatro degli Arcimboldi). Arisa porta avanti uno show di circa due ore: voce limpida, nessuna sbavatura. Canta all’italiana, segue la tradizione, forse anche per questo ha sempre conquistato il palcoscenico di Sanremo. Uno degli ultimi grandi talenti nato sulla riviera di Ponente, dai tempi di “Sincerità” al duetto con Lelio Luttazzi (poesia in jazz), dal podio al fianco di Emma e Noemi, sino all’ultimo, grande trionfo. “Controvento”, una canzone d’amore, interpretata con la classe di un’interprete consumata. Così un mese e mezzo fa, allo stesso modo ieri sera. La platea gradisce, ancora una volta. Buona la prima.
(foto LaPresse)
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