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Gianna Nannini, evasione fiscale: sotto sequestro beni per 4 milioni di euro

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Lei si difende, è naturale. Gianna Nannini nell’occhio del ciclone per faccende extra-artistiche: avrebbe evaso il fisco italiano, riporta il Corriere della Sera, usando una società estera per fare da ‘schermo’, in modo da pagare le tasse altrove, in Olanda e Irlanda. Adesso la cantante ricorrerà contro il sequestro della sua villa senese (con annesse scuderie e autorimesse), disposto dal gip Luigi Crescione, provvedimento – si badi – attuato per misura cautelare.

Sequestro beni per 4 milioni di euro

L’accusa della procura di Milano nei confronti di Gianna Nannini è di quelle pesanti: evasione fiscale. Il giudice, riporta il Corriere della Sera, avrebbe disposto il sequestro della sua maestosa villa senese: valore stimato quasi 4 milioni di euro. Come detto in apertura, sarebbe (condizionale d’obbligo) entrata nell’affare una società estera: tra la GNG Musica e le case discografiche della Nannini (Universal, prima, e Sony, dal 2009) sarebbe stata messa in mezzo una società irlandese, la Bad&Worth Limited, ideale per fare da ‘schermo’, perfetta per aggirare il fisco italiano…

I dettagli della presunta evasione

Definitele pure note stonate, di certo sono tutte notizie che ammettono il beneficio del dubbio. Gianna Nannini nei guai per aver evaso le tasse, questa l’accusa della procura milanese. La cantante senese avrebbe anche acquistato un appartamento di lusso a Londra, attraverso la stessa società fittizia citata nel paragrafo precedente. I legali negano il tutto, sostenendo che si tratti invece d’una foresteria. Il Corriere della Sera riporta cifre precise: la Nannini avrebbe evaso 347.000 euro nel 2007, 1.500.000 nel 2008, 1.237.000 nel 2009, 421.000 nel 2010, 148.000 nel 2012. La somma è semplice e non di poco conto.

GIANNA NANNINI: GUARDA QUI IL VIDEOCLIP “INNO”

Aggirare e raggirare

La parola, come detto in apertura, passa adesso alla difesa: secondo gli avvocati di Gianna Nannini, la Bad & Worth Limited sarebbe una società gestita dal produttore Peter Zumsteg (ex manager della cantante, tra l’altro) che avrebbe concesso i master dei dischi alla società olandese Z-Music perché “le strutture e i professionisti olandesi sono da sempre specializzati a negoziare gestire e tutelare diritti immateriali”. La domanda finale è una sola: è stata la rocker senese a voler aggirare il fisco italiano oppure qualche elemento/soggetto esterno a raggirare lei? Sipario.

(foto LaPresse)

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