Chi scrive non ha mai amato la Giusy Ferreri de “Il mare immenso”. E la colpa, se di colpa vogliamo parlare, non può andare unicamente all’interprete: i prodotti che finiscono sul palco dell’Ariston hanno una lunga gestazione, la prima versione di un brano – bellissima l’idea di Bungaro – può essere anche stravolta. Andiamo al presente, perché oggi esce il nuovo disco di Giusy, “L’attesa”. E’ una bellissima sorpresa (più nella prima parte, che nella seconda): c’è pop, c’è rock, c’è anche un richiamo alla dance e al country. Partita da X-Factor e balzata agli onori della cronaca per il suo particolare timbro, la cantante torna sulla scena discografica a distanza di tre anni dal suo ultimo progetto e dopo aver partecipato alla 64esima edizione del Festival di Sanremo (i brani – contenuti nel disco – erano “L’amore Possiede il Bene” e “Ti Porto a Cena con Me”).
“L’attesa”
Bravo Roberto Casalino a scrivere entrambi i brani di Giusy Ferreri per il recente Sanremo di Fabio Fazio. Antipasto di un album importante, significativo: l’attesa non è stata vana, non si tratta di un concept album, ci sono i modi per apprezzare al meglio le qualità di una interprete moderna. Lei, versatile e matura nel far scivolare la sua voce su tappeti distinti e distanti: si va dalla ballad melodica “Ti porto a cena con me” alla pop-dance di “L’amore possiede il bene”. Il rock sposa gli acuti e diventa devastante in “Nessuno come te mi sa svegliare”.
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“L’attesa” è anche un disco costruito in viaggio: Giusy è andata due volte a Los Angeles, lì ha conosciuto Linda Perry (leader delle 4 Non Blondes). Nel disco ci sono pezzi che arrivano prima, che colpiscono al primo ascolto: “L’Anima” e “Victoria” (qui un accennato country) sono due di quelle. Altre, invece, paiono un po’ più ‘distaccate’, le classiche canzoni che devi assaporare col tempo, se ne hai voglia. Parliamo di “Ho ucciso il diavolo” e “La bevanda ha un retrogusto amaro”. A proposito di gusti e sapori.
AMARCORD, SANREMO 2011: LE FOTO DI GIUSY FERRERI
Negli ultimi due anni Giusy Ferreri ha cercato nuovi spunti per il nuovo album. Quasi tutti i pezzi che oggi compongono “L’attesa” sono scritti dalla stessa Giusy e sono nati da sessioni creative differenti: oltre alla già citata Linda Perry nel suo studio a Los Angeles, segnaliamo il confronto con il produttore israeliano Yoad Nevo a Londra e l’incontro con Roberto Casalino ed Ermal Meta. Già, Casalino, colui che dopo i fasti de “L’essenziale” di Mengoni avrebbe potuto ripetere i fasti dell’epoca in quest’ultimo Sanremo: 9° posto per Giusy, nessun rimpianto, quel che conta è il disco.
La produzione de “L’attesa” vanta il marchio di Pino Pischetola, Christian Rigano, Pat Simonini e l’attenta supervisione di Michele Canova: come detto in apertura, la sostanza del disco è racchiusa nella sua prima parte, i primi 5 o 6 brani hanno probabilmente qualcosa di più. Il riscatto, tuttavia, risiede nella piacevole ballad finale, “Qualunque vita è straordinaria”.
(foto Ufficio Stampa)