Sembra ieri, invece sono passati 5 anni. Un’occhialuta ragazza del sud sale sul palco dell’Ariston e regala al pubblico tanta “Sincerità”. Gioco di parole che ci viene in soccorso per narrare le gesta di chi è partito personaggio ed è diventata, col tempo, una delle voci più belle del panorama musicale italiano.
2014, Arisa è ancora qui: per lei ancora Festival di Sanremo (è la quarta partecipazione) e un album nuovo di zecca, dal titolo “Se vedo te”. Un disco che, al primo impatto sonoro, si presenta come una sola moltitudine, con la classica melodia a incrociare quel pop elettronico mai troppo esplorato. “Io vado pazza per gli anni ’80…“, così racconta Rosalba, assistita in questo nuovo, pregevole, lavoro da ottimi autori, su tutti Dente e Cristina Donà (“tanto tempo fa le avevo mandato una mail, desideravo che una donna scrivesse qualcosa per me“).
Al Teatro Ariston canterà “Lentamente” e “Controvento”, sembrano due stili di vita, ma sono semplicemente i titoli delle sue canzoni: Arisa guarda al Festival con gli occhi di una donna matura e – ammette – priva della leggerezza di qualche anno fa. Segnata dall’esperienza a X-Factor, non chiude le porte alla tv: “Anche quando finisce una storia, vorresti chiudere con l’amore, ma nessun amore si ferma mai veramente…“.
Nuovo album: da “L’ultima volta” a “Sinceramente”, sonorità elettroniche e tu che ormai canti quasi come Giuni Russo…
Ti ringrazio per l’accostamento, mi onora, lei è una delle mie preferite. In futuro mi piacerebbe imparare a utilizzare nuovi registri vocali, trovo molto interessante il canto lirico, di certo non ho l’ambizione di diventare un soprano! (ride). L’idea costante è quella di completarsi, di migliorarsi: in questo rientra l’esperienza del doppiaggio, divertente e insieme formativa.
In “Se vedo te” figuri anche come autrice: primo passo per diventare una cantautrice completa, un po’ come ha recentemente fatto Noemi?
Sono cose ben diverse: Veronica è ormai autrice a tutti gli effetti, io ho solo collaborato alla costruzione finale di alcuni pezzi compresi nell’album. Ho scritto davvero pochissimo, anche se devo ammettere che scrivere una canzone è la cosa più bella che mi capita nella vita. Certo, comporre una canzone di senso, che stia in piedi, è affare complicato: per ora mi piace dare ai miei autori una serie di spunti melodici.
Mi confermi, ami la scrittura quindi…
Guarda, è spesso una questione di tempi, di mancanza di tempo. Dopo Sanremo arriveranno tanti concerti, ma nel 2015 penso di fermarmi un po’ per provare a scrivere un disco tutto mio. E’ un’idea che inseguo da tempo, ma solo col pensiero.
Ti ho vista al Festival Gaber, pochi mesi fa: in questo disco c’è un brano da Teatro Canzone?
“Chissà cosa diresti”. Non è proprio alla Gaber, ma potrebbe avere un’ottima resa teatrale.
Il M° Saverio Lanza è stato molto importante in questo cammino, sbaglio a pensare che Cristina Donà abbia svolto un ruolo fondamentale?
Saverio ha curato la produzione di questo album. Il suo stile è sempre particolarmente riconoscibile, salta all’orecchio prima di tutti gli altri. Accanto a lui ottimi professionisti come Carlo Rossi e Giuseppe Barbera. Cristina ha rappresentato la partenza del mio nuovo cammino: un giorno le ho mandato una mail, desideravo tanto cantare brani scritti da una donna e lei oggi è tra le migliori autrici in circolazione.
In “Quante parole che non dici” c’è un bel verso che fa: “..ma perché poi spiegare l’amore, sono solo due numeri primi da calcolare…”. Autobiografico?
Assolutamente sì. Antonio Di Martino, in sostanza, rivolge a me quella domanda: io mi faccio sempre troppe domande, quando invece l’amore non si può spiegare. Se c’è, ci devi stare e arrenderti.
Sanremo: nel 2012, con “La notte”, una maturazione forte rispetto ai tempi di “Sincerità”. Oggi un nuovo cambiamento?
Presupposto: sono passati due anni, io sono cresciuta, maturata. Attenzione, non è mica detto che il cambiamento sia sempre positivo! (ride). Sento forte il peso di questi due anni, tocca ammettere che quella leggerezza degli esordi sia un po’ sfuggita. Almeno un po’…
Nella serata del venerdì duetterai con i Whomadewho: ci anticipi qualcosa?
A X-Factor scelsi un loro pezzo, “Inside world”, per i miei Freres Chaos. L’intero album mi aveva fatto impazzire, per via di quelle sonorità tipiche degli anni ’80, un’epoca che io ho sempre adorato alla follia. Galeotto è stato l’universo dei social network: i Whomadewho mi hanno scritto su Facebook per ringraziarmi di quella scelta, da lì è nata l’idea di fare qualcosa insieme.
Presto partirà il tour: ti farebbe piacere avere qualche ospite?
Certo. Gli stessi Whomadewho, il loro stile è perfetto per la dimensione live che vogliamo costruire per questa avventura. Loro, così come Cristina Donà e Dente, saranno probabilmente con me a Milano (16 aprile, ndr.), mentre a Roma spero di avere sul palco Marco Guazzone. Lui, insieme con Giuseppe Anastasi, Angelo Trabace, Christian Lavoro e Antonio Di Martino ha fatto molto per il mio disco.
Ancora doppiatrice nei film d’animazione, sarà la tua seconda volta. Hai chiuso con cinema e televisione?
Dopo “Cattivissimo Me 2”, darò la voce a uno dei personaggi di “Barry, Gloria e I Disco Worms”, il 10 aprile nella sale. Sarò Gloria, cantante stonata che azzarda “I will survive” in un inglese claudicante… Ho accettato di partecipare al film perché è una bella storia, piena di speranza. Per quanto riguarda la tv, dopo X-Factor ho pensato di chiudere per sempre: poi ti accorgi che le porte non si possono sigillare. Anche in amore, quando una storia finisce male, vorresti andare avanti da solo, per sempre. Ma nessun amore si ferma mai veramente.
Chiudo. La tua ‘canzone nell’armadio’, quella di quand’eri più ragazzina, che ancora oggi ti torna in testa e finisci col canticchiare…
Nessun dubbio, quella dello spot “Coca Cola”, ricordi? Lo passavano a Natale, faceva: “Vorrei cantare insieme a voi, in magica armonia…“.
NOTE: il “Se vedo te Tour” partirà con due anteprime, domenica 6 aprile a Roma all’Auditorium Parco della Musica e mercoledì 16 aprile a Milano al Teatro Arcimboldi.
(Foto Ufficio Stampa)
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