La soffitta come palcoscenico, come percorso di vita. Il tutto va progressivamente a popolarsi, con oggetti della memoria, orologi, cavallucci a dondolo, ninnoli d’avorio, dischi e tutto il resto. Oggi raccontiamo un videoclip che taglia il traguardo dei 20 anni e ancora risulta tra i brani più apprezzati Luciano Ligabue. “Ho messo via” parla di cose che si mettono da parte nei vari periodi della propria vita. Secondo singolo estratto dall’album “Sopravvissuti e sopravviventi” (1993, appunto), è il pezzo meno rock dell’epoca più rock del Liga: una ballata romantica in cui l’autore guarda la propria vita in retrospettiva, accorgendosi di non essere riuscito a “mettere via” la persona amata. Per molti versi l’artista di Correggio è stato spesso accostato a Vasco Rossi, in questo caso il paragone è calzante perché come “Canzone” di Vasco ha sempre avuto più di un destinatario (il padre, Massimo Riva o una semplice storia d’amore finita male), anche in questo caso sono in molti a identificare suo padre nel destinatario del testo…
“..un po’ di illusioni che prima o poi basta così, ne ho messe via due o tre cartoni, comunque so che sono lì…“. Il video ufficiale, diretto dal regista bolognese Alessandro Cappelletti (Filmmaster Clip), è girato in una soffitta dove intorno a Luciano (seduto su una vecchia sedia) compaiono, scena dopo scena, strumenti musicali, giocattoli, armadi, oggetti antichi e impolverati. E’ una lunga scena che fa percorso, con le cose che pensano (cit. Battisti-Panella) e accompagnano il vissuto, più o meno amaro, del narratore.
Come il sole e la luna
Curioso, secondo noi, l’incipit affidato a due figure di sesso opposto che girano su sé stesse sulla base di un carillon: è lo stesso meccanismo delle scatole cinesi, va a significare che l’uomo e la donna possono anche stare molto vicini, ma errare per lungo tempo, col rischio di non incontrarsi più. Un po’ come accade al sole e alla luna. “Ho messo via un bel po’ di foto che prenderanno polvere, sia su rimorsi che rimpianti che rancori e sui perché…“. Un viaggio nel passato, dove regna la solitudine del protagonista, l’essenzialità del video, dominato da colori poco accesi (l’assolo in bianco e nero è affidato alla tromba di Demo Morselli), quel che si vede va di pari passo con ciò che si ascolta con l’espressione monocorde di un rocker che vira sul ripiegamento e sulla nostalgia.
(foto by kikapress.com)
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