Più passa il tempo e più ti allontani dal vero significato di questa festa, ricorrenza o rituale che sia: il concertone del 1° Maggio è un raduno musicale, un vero happening dove artisti e gente comune si ritrovano in difesa dei diritti dei lavoratori. Per molti è l’occasione giusta per fare un po’ di baccano, per bere una birra di più, per altri è un po’ come “la prima volta”, un sano godimento collettivo. Pensavamo che occasioni di questo genere dovessero essere in grado di includere e non escludere, quanto accaduto con il rapper Fabri Fibra, buttato fuori per i “messaggi omofobi, sessisti e misogini” inclusi in alcuni suoi brani come “Su le mani” del 2006 e “Venerdì 17” del 2004. Insindacabili scelte dei sindacati confederati…
Fabrizio Tarducci estromesso dal cartellone della manifestazione: a Piazza San Giovanni in Roma ci sarà posto per tutti, ma non per lui. Il Corriere della Sera, edizione web, riporta questa discutibile decisione presa direttamente dai sindacati confederati, assecondando un’istanza presentata dall’Associazione D.i.re: “Il Primo Maggio è una festa, un evento di grande risonanza e troviamo ingiusto e diseducativo per i tantissimi giovani che vi partecipano invitare un cantante che scrive testi carichi di stereotipi contro la donna, humus da cui si genera la violenza“. (Titti Carrano, Presidente Ass. “Donne in rete contro la violenza”)
In attesa che Fabri Fibra replichi a tutto questo sui suoi canali ufficiali, ecco una dichiarazione rilasciata all’edizione italiana dell’Huffington Post: “Nel 2013 sono stanco di essere descritto ancora come il rapper violento: in passato mi accusavano di non rispettare le donne nelle rime, ma io scrivevo quello che vedevo non quello che pensavo. Oggi la violenza domestica e in generale la violenza sulle donne, sia verbale che fisica, ha raggiunto in Italia proporzioni inquietanti. Tutti ne dobbiamo immediatamente prendere le distanze e deprecarla come uno dei peggiori crimini che si possano commettere“.
Velvet Music, nel rispetto di tutti (pubblico compreso) non cerca partiti da difendere o sostenere, nè guerre dialettiche: appare semplicistico escludere dalla “festa” un artista sulla base di testi scritti anni fa, quel che conta è il suo pensiero attuale e quel che adesso decide di portare su quel palcoscenico. Se dovessimo pensare al passato di cantanti e cantautori, sarebbero in parecchi ad avere “scheletri nell’armadio” tali da pregiudicare la partecipazione a questo o a quell’evento. A nostro avviso questa esclusione, in questi termini, costituirebbe un’occasione persa. A tal proposito, consigliamo a tutti (ma proprio tutti) di ascoltare questo pezzo del rapper di Senigallia, sarebbe il caso…
(foto by kikapress.com)
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