C’è chi dice che la parabola di un artista è spesso rappresentata da un pentagono, cinque lati e cinque angoli dove appoggiano e si rintanano le canzoni che hanno segnato un percorso. Carmen Consoli deve moltissimo, ne “L’ultimo bacio” trova certamente uno di questi. Il videoclip girato ottimamente da Davide Marengo è complemento e completamento dell’omonimo (e fortunatissimo) film di Gabriele Muccino. Tradimenti, intrecci amorosi e sofferenze d’amore riconducibili alle classiche storie a triangolo. E siamo a due, due forme geometriche a atte a disegnare una storia e una musica. “Il senso spietato di un non-ritorno“, è in questo verso che risiede l’impetuosa girandola di venti impazziti: l’eleganza nel muoversi di Carmen mentre canta e vive una storia altrui quasi lascia interdetti, lei quieta spettatrice di una moderna tragedia shakespeariana…
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Un malinconico Modugno
Il video è girato sul set del film, durante le scene relative al primo incontro fra Accorsi e Martina Stella, mentre sullo sfondo si vede la cantante, vestita di rosa e con una coroncina di fiori sulla fronte: lei prende la scena nel momento in cui raccoglie in braccio un furetto e lo accarezza.
Giovanna Mezzogiorno è la sposa infelice, quella che “stringe l’anima e una vita intera in mezzo ai denti”, quella che lentamente – come fosse una lunga malattia – perde tutto e mette all’incanto il suo castello fatto di sogni e progetti. La storia di un addio, coraggioso perché forse unica soluzione, e sigillato da un ultimo bacio sotto la pioggia, che si confonde con le lacrime, mascherandole…
L’ultimo bacio – Carmen Consoli from Davide Marengo on Vimeo.
La casa sull’albero
Marengo è perfetto per una storia di questo tipo, è lo stesso regista de “Cade la pioggia” dei Negramaro e si vede: rivalsa, rimpianto, riscatto sono tre elementi portanti di vicende di questo tipo. L’amore girato è, inevitabilmente, figlio della pellicola di Muccino, nasce con decine di sorrisi che fanno da sfondo a una situazione felice, un matrimonio, amici che si ritrovano, giocano, fanno festa. E così, la casa sull’albero dei giorni d’infanzia, sguardi che s’incrociano e labbra che si avvicinano, come fossero telecomandate, come fossero calamite. L’inizio della fine, perché ogni tradimento uccide subito chiunque, tutto il resto è un coma profondo da quale non ti svegli più, anche se hai l’illusione del respiro e di un’esistenza serena.
Arriva l’eroico coraggio di un feroce addio, ma, alla lunga, il tarlo dell’egoismo non viene abbattuto. Il perdono e la re-conquista abbracceranno Giulia: nel finale del film una corsa al parco e un sorriso compiaciuto a un ragazzo che sembra volerla sedurre. E vissero tutti, ma proprio tutti, felici e contenti…
(foto by Vimeo)