Secondo me può diventare l’erede (in rosa) di Lorenzo Jovanotti. Sarà per il suo essere, insieme, intensa e frizzante. Sarà per la sua apparente semplicità (prova, riprova, non si ferma mai, aggiunge, taglia e sintetizza…). Sarà per la sua voglia irrefrenabile di “giocare” con la musica, cercando di mischiare happening e melodia, ballo e profondità nei testi, rapporto coi fan e buon gusto nelle innovazioni elettroniche. A me Antonella Lo Coco piace. Perché non è banale, perché rischia e perché è una delle poche che non ha intaccato la purezza di un brano di Battisti, facendone una cover bella e aggressiva (Eppur mi sono scordato di te, ndr). E poi, questa storia che va di persona a comprare una bella loop machine ricorda proprio Lucio quando, nei primi ’70, acquistò quella “lavatrice” prima di andare a incidere tutto il disco di “Anima Latina“…
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Partiamo da “Un mondo nuovo”, una bomba da vedere e da ascoltare. Dal look ai suoni: è nata al pc oppure in maniera classica, chitarra e voce…?
La prima versione proposta a me dai Planet Funk era in inglese, come tutti i loro pezzi del resto: insieme con Rudy Marra abbiamo lavorato alla stesura finale. Mi è stata cucita addosso una veste electropop e per quel che riguarda gli arrangiamenti, poi, è stata sviluppata una melodia al computer. Tutto graduale, ma progressivo e entusiasmante. E’ stata proprio Arisa a suggerirmi questo cammino da intraprendere, uno stile diverso rispetto a quel che si ascolta oggi in italia, forse un azzardo. Una sfida appassionante. I Planet sono stati fondamentali nel mio percorso, così come i Subsonica, loro con pezzi più intimi e più riflessivi.
Da X-Factor a Sanremo: al di là della notorietà, cosa ti ha insegnato il primo e onestamente quanto sei rimasta male per come è andata a finire “Via”…?
“Via” è stata arrangiata dagli stessi Planet Funk: 2° canzone più ascoltata sul sito della Rai tra i 60 giovani pre-selezionati. Ho avuto uno straordinario feedback da parte del pubblico, anche quello che non mi conosceva. Felice per questo, già una grande vittoria per me. Andrea Nardinocchi sarà innovativo, così come Il Cile. Sono dispiaciuta, senza dubbio, però la canzone è nel disco che uscirà a Marzo, va benissimo così!
Sempre sul talent, che mi dici di quella piccola polemica sul fatto che saresti stata tu a dover interpretare “Distratto” (inedito di Elisa per Francesca Michielin), considerato il tuo passato con gli Shadow Zone, tribute band dell’artista di Monfalcone…
Il mio percorso mi ha portato a brani come “Cuore scoppiato”, “Morirò d’amore” e “Disincanto”. Sono orgogliosa di questo, perché desideravo parlare d’amore in una maniera diversa, meno scontata. “Distratto” era, invece, il frutto del percorso di Francesca, molto rock. Qualora dovesse un giorno capitarmi di lavorare con Elisa, magari! Lei è ancora la mia artista preferita, un modello, una fonte d’ispirazione. Quando eravamo a X-Factor, dissi a Francesca: “Mi raccomando con Elisa, coi suoi pezzi non si scherza mica..!” E ci siamo fatte una risata… 😀
“Eppur mi son scordato di te”: anche dalla versione Live si capisce (dalla lunghezza dell’intro) che ti sta molto a cuore l’elettronica immersa nel pop. Il rapporto con la chitarra perderà consistenza?
Vero, amo l’elettronica come dici te “immersa nel pop”: con I-Pad e Loop machine abbiamo creato la partenza del pezzo di Battisti. In linea di massima, scrivo e compongo tutto con la chitarra. Quasi mi perdo a cercare suoni sull’I-pad, ma in n momento successivo, magari per preparare un live: proprio nei live ci sarà molta elettronica, synth e tastiere, ho acquistato una Loop machine fantastica, tornerà utilissima per i prossimi concerti. La chitarra non mancherà mai, è parte di me.
Non volendo abbiamo citato Battisti, dopo lo spettacolare duetto con la Mannoia, mi dici se oggi c’è un italiano col quale vorresti collaborare: duetto o canzone scritta per te…
Franco Battiato è il top, innovatore ancora oggi. Jovanotti, invece, è un poeta moderno che mi affascina molto: soprattutto per via del suo modo di esprimersi, intendo a livello di contenuti. Formidabile.
Troppo curiosi di sapere com’è nata l’opportunità cinema: ci sono due pezzi nella colonna sonora, reciti pure. Dai, t’hanno proposto prima di far l’attrice o prima di fare quei pezzi?
In “Ci vuole un gran fisico” sarò Francesca, figlia di Angela Finocchiaro. Una 18enne appassionata dei Kraftwerk, che tenta con la sua band (molto anni ’80, alternativa) di emergere nel mondo della musica. Ti faccio una rivelazione: un brano della colonna sonora del film sarà proprio “Via”, la canzone scartata a Sanremo. Per il resto, come debutto cinematografico è stata una piccola esperienza, ma mi sono divertita parecchio. Dovessero propormelo un’altra volta, non dirò di no. Emotivamente mi ha coinvolto tantissimo. Il cinema è una forma d’arte affascinante, permette una crescita artistica considerevole…
IL BACKSTAGE DI UN MONDO NUOVO, LE FOTO
C’è una possibilità che tu ti faccia bionda come nel videoclip de “Un mondo nuovo”? E c’è una possibilità che un giorno ti vedremo col capello lungo?
Ho provato a farli crescere, poi mi stanco e lascio perdere tutto. Mi piacerebbe, però. Sul biondo, mmm… mi sono piaciuta molto, ma un cambio radicale forse è prematuro. Almeno per adesso. Ci dovrò pensare… 🙂
Cuore scoppiato nel 2012 fu disco d’oro nella classifica dei download digitali: sei una bravissima internauta, i Ribelli (adepti del tuo fan club) ti adorano… Quanto conta oggi il web per voi giovani artisti?
Twitter mezzo più potente di Facebook, molto più immediato: lì i fan sanno di essere a stretto contatto col proprio cantante preferito. A me piace condividere di tutto, tutto quel che riguarda di solito le mie giornate lavorative. Ogni giorno sono in tanti a scrivermi, per me davvero un grandissimo supporto: senza i nostri fan non saremmo nulla, nessuno…
Ho visto e sentito tanto di te, cover internazionali molto belle, da “Apologize” a “Mad about you”, da “Missing” a “Total Eclipse of the heart” sino a “What else is there”. C’è una canzone scema che cantavi da ragazzina e che magari ancora oggi canticchi quando sei sola?
Da ragazzini andava di moda “La terra dei cachi”, la cantavamo spesso al karaoke: una melodia divertentissima! Ma se faccio uno sforzo della memoria, ricordo che con la mia mamma cantavamo “Bella, dolce, cara mammina”. Mi sembra fosse legata allo Zecchino d’oro, forse anche a Carosello. Una canzoncina che mi mette ancora tenerezza e un pizzico di buon umore, soprattutto impreziosisce il rapporto bellissimo che ho con mia madre. Leggere questa cosa farà molto piacere anche a lei.
(foto by kikapress.com)
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