Le grandi emozioni della musica italiana vissute attraverso il ricordo dei protagonisti. Quelli che non ci sono più e hanno fatto grande la nostra canzone. Ieri sera ultimo capitolo (siamo sicuri?) degli speciali di Massimo Giletti: dopo Modugno, Battisti e Lucio Dalla, tocca a “Per sempre Mia“, omaggio catodico a Mia Martini. L’Auditorium di Napoli vede esibirsi – ognuno a modo suo – Gigi D’Alessio e Anna Tatangelo, Mara Venier, Mario Luzzatto Fegiz e Loredana Bertè. Proprio la presenza della sorella di Mia “sorregge” la trasmissione…
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Low cost (Low profile?)
Cominciamo da qui. Tocca ripetersi: per noi Mia Martini, in una inutile quanto dovuta graduatoria, si posiziona un gradino sopra la grande Mina. Una comunicativa da sballo, un forza interpretativa senza pari in Italia. Quando la musica diventa arte, diventa recitazione, immedesimazione nel personaggio, lì allora arriva Mia. Non c’è Mina che tenga. Quello che Lucio Battisti ha fatto per la componente maschile, Domenica Berté (vero nome della Martini) lo ha “donato” in rappresentanza del gentil sesso. Senza di lei siamo tutti più poveri. A questo – non v’è dubbio – servono trasmissioni come quelle di ieri sera. Positivo il fatto che non costi moltissimo all’azienda, positiva la presenza di Loredana, vera e propria garante del progetto. La sua presenza quasi “salva” Massimo Giletti e compagnia (Luzzatto Fegiz, Mara Venier, tra gli altri), perché accresce il sapore della nostalgia e commuove la memoria dei telespettatori. La famiglia è sempre la famiglia…
Dov’è Mimì?
Un duetto che nessuno avrebbe potuto immaginare, ma che in molti avrebbero sognato di vivere. Il Festival di Sanremo ebbe la fortuna di ospitare entrambe le sorelle Bertè: “Stiamo come stiamo“, 1993. Voto alto per noi che, all’epoca, eravamo davanti alla Tv 20 anni fa. Tornando all’oggi, non appare entusiasmante la performance di Anna Tatangelo che, dopo la partecipazione a X-Factor, fatica a ritrovarsi. Musicalmente. L’interpretazione di “Almeno tu nell’universo” è davvero poca roba rispetto all’originale. C’è da dire che nemmeno Elisa potè fare miracoli con la sua cover.
Mia Martini è inarrivabile, da “Minuetto” a “Gli uomini non cambiano”, da “La nevicata del ’56” a “Piccolo uomo”. Viene la pelle d’oca solo a scrivere, Mimì ci mancherà sempre di più: “Dov’è Mimì dagli enormi cappelli che folli giorni quelli è ancora lì che suona il suo piano il canto suo perfetto richiamo…“. Renato Zero, a lui la nostra chiusura.
(foto by kikapress.com)
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