Dopo nove anni Alex Britti torna al Festival di Sanremo, una manifestazione per lui davvero importante. Ha partecipato la prima volta nel 1999 nella categoria Nuove proposte con il brano Oggi sono io (interpretato qualche anno dopo anche da Mina) che ha vinto, battendo artisti come Daniele Groff (con Adesso), Max Gazzè (con Una musica può fare) e i Quintorigo (con Rospo). Nel 2001 è stata la volta di Sono contento, canzone che si è classificata settima nella categoria Big (vinta da Elisa con Luce – Tramonti a Nord Est), mentre nel 2003 ha sfiorato il primo posto con 7000 caffè, piazzandosi secondo, alle spalle di Alexia con Per dire di no. L’ultima volta è stata nel 2006 con …Solo con te, arrivato terzo nella categoria Uomini (edizione vinta da Povia con Vorrei avere il becco).
Per questo ritorno, Britti porterà in scena la sua anima più blues e lo farà accompagnato, per la prima volta, proprio da una chitarra elettrica e non da quella acustica come invece è successo in passato. E non è finita qui. Alex non sarà a Sanremo solo come cantante, ma anche come produttore di una band che si trova in gara nella categoria Giovani, ovvero i Kutso (leggi la nostra intervista al leader Matteo Gabbianelli).
Com’è tornare a Sanremo dopo così tanto tempo?
Bello perché il Festival ha sempre il suo grande fascino. E’ la festa della musica e della televisione. Rappresenta l’Italia e gli italiani. Quest’anno poi sembra essere tornato qualcosa d’importante.
Tra l’altro tu sei al Festival nelle vesti di produttore dei Kutso…
Li seguo da anni e sono diventato un po’ il loro fratellone che dà consigli e dritte. Hanno un grande talento da sempre, però quest’anno ho sentito che nelle loro canzoni c’è qualcosa in più. Abbiamo tentato il tutto per tutto iscrivendoli al Festival e ci è andata bene. La commissione artistica ha notato il talento e li ha presi. Hanno molto da dire e secondo me non è che l’inizio.
Sul palco dell’Ariston ritrovi anche Bianca Atzei, con cui duetti nella canzone Ciao amore ciao che sarà presente nel suo album d’esordio con un arrangiamento curato interamente da te…
Dopo aver duettato insieme l’anno scorso cantando Non è vero mai, tra me e Bianca è rimasta una bella amicizia. Mi ha detto che stava preparando la cover per Sanremo e me l’ha mandata per avere un parere. La canzone non si discute e Bianca ha una voce pazzesca, però c’era qualcosa dell’arrangiamento che non le rendeva giustizia. Allora ho attaccato una bella chitarra elettrica, ho riscritto la batteria, ci ho lavorato un po’ su e voilà. A quel punto Bianca mi ha detto “Così la canzone è trasformata. Dobbiamo cantarla insieme”. E come si fa a dire di no ad una donna? (ride, ndr).
Ti piace occuparti degli artisti più giovani?
Mi piace rimanere musicista anche nella carriera da cantautore. Quando ho iniziato sedici anni fa ho avuto l’onore di lavorare con dei grandi come Gino Paoli e Mina e mi è piaciuta la loro disponibilità e purezza artistica. Oggi cerco di trasferire la mia esperienza in progetti di altri artisti. Lavorare e confrontarsi è vitale e stimolante.
Come descriveresti Un attimo importante in poche parole?
E’ un’elaborazione jazzistica di una canzone pop in chiave blues. Ok, non mi sono spiegato, quindi traduco. E’ una canzone dove c’è tutta la mia esperienza e la passione per la musica, a trecentosessanta gradi, parlando d’amore, un amore grande, maturo. L’amore di un quarantenne, senza zuccheri aggiunti, senza aggettivi. Sincero.
Il tuo nuovo album di inediti uscirà in autunno…
Si, ci sto lavorando e dovete aspettarvi qualcosa di un po diverso dal mio solito, dove chitarra elettrica, testi e arrangiamenti fanno da padroni.
Ma cosa ricordi della tua prima volta al Festival?
Ho il ricordo di una settimana in apnea, portato da una parte all’altra tutto il giorno, tutti i giorni a fare interviste con radio, stampa, tv. Per me era un’esperienza totalmente nuova. Non ero abituato ad essere dentro un frullatore mediatico ed è stato uno shock positivo. Poi è arrivata la vittoria. Una grandissima emozione.
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