Drunk in Love: Beyoncè accusata di plagio da una cantante Rom.

Beyoncè non ha ancora rilasciato dichiarazioni al riguardo, ma la notizia sta facendo il giro del mondo: la cantante ungherese Monika Juhasz Miczura, appartenente alla comunità Rom, ha depositato a New York una denuncia di plagio nei confronti della sua ben più famosa collega americana. Mitsou, questo il nome della cantante sulle scene, sostiene che “Drunk in Love”, brano cantato insieme al marito Jay Z che le ha fatto guadagnare una nomination per i Grammy, sarebbe in realtà un plagio della sua versione di “Bajba, Bajba Pelem”, pubblicata nel 1995.

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Le due pop star avrebbero completamente stravolto il senso di questa canzone popolare che la rom avrebbe imparato grazie a sua nonna. Una canzone che parlerebbe di speranza, di quella a cui deve appellarsi una persona che non può fare affidamento su nulla, se non su sua madre e su Dio. Nella versione di Beyoncè e Jay Z, secondo questa accusa, la canzone avrebbe subito un restyling digitalizzato, oltre a un totale cambiamento di sostanza, visto che tratterebbe più che altro dell’intenso rapporto (anche fisico) che intercorre tra i due artisti: “Sbronzi d’amore, lo saremo tutta la notte. L’ultima cosa che ricordo sono i nostri corpi bellissimi inchiodati nel club. Non proprio lo stesso messaggio, insomma. Per usare un eufemismo.

In attesa di sapere come andrà a finire la querelle, verrebbe da chiedersi come mai la cantante ungherese abbia denunciato il fattaccio solo ora, a quasi due anni di distanza dall’uscita di “Drunk in Love”, che nel 2013 ha fatto il giro del mondo. Neanche a dire che Beyoncè e Jay Z l’abbiano tenuta nel cassetto o cantata ai parenti più stretti per la cena di Natale. D’altronde la storia della musica è fatta di presunti plagi, a partire dall’Italia: dal famoso caso di Al Bano Vs Michael Jackson fino a “Yesterday”, accusata di essere in realtà non un’ispirazione improvvisa di McCartney ma la versione anglosassone e più popolare di una canzone napoletana del XIX secolo intitolata “Piccere Che Vene a Dicere”. Anche questa storia finirà nel dimenticatoio oppure in tribunale?

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