Quando la musica incontra lo sport. Più si va avanti, più sembra essere questo il claim di The Voice of Italy. Una lunga competizione, una gara a eliminazione, nel segno del fair play, a spasso tra duetti e duelli. Terminata la fase delle Battle (noiose, rispetto alle Blind Auditions), ora la direzione è quella dei Live Show, dove – finalmente – i ragazzi rimasti in gara potranno confrontarsi con la diretta, duettare con i propri coach e permettere a “critici e cronisti” una valutazione diversa, in parallelo con altri format di genere. Mancano 7 giorni, poi tutti (e dico tutti) cominceranno a disquisire su questo o quel cantante, proprio come alla finale dei Mondiali (o a quella di Sanremo). Anche questa è democrazia…
Timothy, tra i Kiss e The Ultimate Warrior…
Già al primo impatto la Battle ci era parsa come una sorta di Wrestlemania: due due sul ring a darsele di santa ragione con il pubblico che urla, fischia e applaude. A un certo punto ieri sera fa spavento vedere sul “palcoscenico” Timothy Cavicchini: incrocio tra un tronista e Jon Bon Jovi. Si farà ricordare per il balletto nel backstage, subito dopo aver mandato a casa il pur bravo Fabio Zampolli. Andiamo oltre. Andiamo a cosa ci è piaciuto veramente. Bellissima la sfida tra Silvia Capasso e Gabriella Martinelli, un incontro di voci molto interessante, anche dal punto di vista scenico. Brava Noemi, è stato uno dei momenti migliori delle Battle. Su Twitter le dita sono roventi, l’interesse cresce sempre di più: molto attivo Fabio Canino che, dopo aver visto il duetto Giulia – Paola (le due bimbe di Pelù), digita: “Più brava quella vestita da velina #thevoice“. E infatti passa quella.
Diana Winter, talento
Brava, lo diciamo da settimane, Diana Winter, quella con i capelli un po’ rasati e un po’ no. Amica e corista di Giorgia, si fa apprezzare per la sua miscela di grinta ed eleganza, suona la chitarra “come un uomo” (è un complimento, eh) e a sentirla cantare pare di vedere sprazzi di Gianna Nannini e Janis Joplin. Può arrivare fino in fondo. Così come Elhaida Dani, la straniera: già detto tempo fa, grande voce, buona presenza scenica, esperienza lampante, ma il programma s’intitola “La Voce dell’Italia”. Mumble mumble…
Note ai margini
ra già successo con i gemellini pugliesi, rei di aver preso a botte su quello stesso ring il capolavoro battistiano de “I giardini di marzo”. Adesso tocca a Emanuele Lucas e Vito Ardito: bravi, per carità, ma “Io vorrei, non vorrei…” deve andare oltre la cover, è un brano sofferto. No, così no! L’ultima Battle premia Silvia che canta “A te” (ma non a me). La battuta ci sta, perché l’interpretazione è scadente: lei lo ammette dietro le quinte, giù il cappello.
(foto by kikapress.com)