“Ascoltando Gaber e Jannacci ho scoperto Milano“. Lo disse tanto tempo fa Renzo Arbore: quando un meridionale scopre una città del nord e se ne innamora, allora vuol dire che qualcosa è successo. Enzo Jannacci non c’è più. La notizia arriva, così, a tarda sera e lascia a bocca aperta. Nonostante i suoi settantasette anni, Enzo era ancora un faro della nostra storia musicale: cantautore, cabarettista, cardiologo, era malato di cancro e negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate. Si è spento in ospedale accanto a tutta la sua famiglia.
Fantasioso e geniale, mai banale, soprattutto. Uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme ad Adriano Celentano, Little Tony e Giorgio Gaber, con il quale ha formato un sodalizio durato più di quarant’anni. Tra i suoi successi più conosciuti: “Ho visto un re” e “Vengo anch’io (no tu no)”. Proprio al Signor G aveva dedicato un pezzo, il segno (e il segnale) di un’antica amicizia. Perché un amico perde un pezzo di cuore, quando viene a mancare una parte di sé: è così che nasce l’uomo a metà…
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Per lui una carriera trasversale, completa: piccole grandi perle musicali come “Silvano”, “Il dritto”, “Vincenzina e la fabbrica”. Giusto per citarne alcune. Senza dimenticare l’Enzino attore: la presenza nel film “L’udienza” di una folgorante Claudia Cardinale accresce la nostalgia per quel tipo di recitazione, assente e, insieme, estremamente vivo. Lascia una grande, grandissima, eredità…
“Al mio amico Gaber non gli han perdonato di aver fatto canzoni“. Ascolto “Parlare con i limoni” e mi sembra di ascoltare le parole di Dalia e quello che diceva a proposito del padre. L’Italia è così, incomprensibile a volte. Adesso per noi arriva, puntuale, il momento del coccodrillo: tocca dare spazio a tutto quello che di buono un artista ha fatto in vita, ai ricordi, alla memoria. A ciò che era, all’imperfetto. Imperfetto è il momento che in queste ore ci tocca vivere: sarebbe stato di grande aiuto avere gente come lui, come Gaber stesso, a raccontare con sagacia e ironia la storia di oggi…
Fabio Fazio lo ha avuto ospite nello studio di “Che tempo che fa”, nel 2011. Per lui “Enzo Jannacci era un genio. Le sue parole che non riuscivano a star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo bellissimo“. Una personalità vera, spontanea, originale, estrosa. Un esempio, perché in grado di commuovere o strappare una risata, perché capace di dare la carica oppure di stimolare una riflessione. Questa ve la ricordate? “L’importante è esagerare, sia nel bene che nel male, senza mai farsi capire, l’importante è esagerare, far mai finta di crepare e se hai in mano solo mosche prova a darci anche del tu…“.
(foto by kikapress.com)