Una grande piazza, una bellissima emozione chiamata Dalla. Tutta Bologna si è stretta attorno alla sua memoria, ai ricordi che non muoiono, alle canzoni che, come pietre dure, ti scuotono quando ne hai bisogno e si poggiano per terra a fare strada. Poche ore fa se n’è andato il “4 marzo, Lucio Dalla“: da oggi in poi sarà quasi un riflesso condizionato quello di dare un claim, un sottotitolo a questa semplice data. Colpa o merito di un elfo dai mille colori. E’ stato l’amico di sempre, Gianni Morandi, ad aprire la serata: ci fossero stati anche Guccini, Vecchioni e De Gregori, l’omaggio sarebbe stato perfetto. Ma non ha senso parlare di chi non c’era, adesso…
Emozioni vere di una festa sincera…
L’affetto, la grinta, la passione, l’eleganza: così tanti amici – vecchi e nuovi – hanno tributato a Lucio il loro applauso di note. Brava la Rai, capace di costruire uno spettacolo di emozioni vere (dietro le quinte si respirava un’aria di amore, una festa composta e sincera), con un sapiente montaggio delle immagini di repertorio e l’idea di scegliere gli interpreti migliori con i brani cuciti addosso. Stucchevoli e senza sosta le critiche (ingenerose) a Gigi D’Alessio che si cimenta con “Disperato Erotico Stomp”. Questo è, forse, l’unico grande limite di Twitter, dare addosso a qualcuno quasi per sport, senza pensarci.
“Lucio gioca a carte con mio padre“. Giuliano Sangiorgi intona il cielo di Lucio ed è lì che volge lo sguardo: in alto, a quel genitore mancato poco tempo fa. Questo non è spettacolo, è musica, è vita. Ognuno mette del suo: il leader dei Negramaro è particolarmente ispirato e, con Fiorella Mannoia (argento vivo), fa di “Anna e Marco” una delle più belle favole d’amore mai immaginate. Immenso Pino Daniele, chitarra solista in una splendida “Caruso”, emozionato Ron che dà a “Henna” un tocco di Lucio. La stessa emozione con la quale Morandi fa partire la serata (“4/3/43”), forte e limpida anche in un intenso Renato Zero: “L’anno che verrà” fatta così ci allontana per un attimo dalla colonna sonora di Capodanno. Fortuna…
Sotto tutto quel pelo freddo non sentirai…
Zucchero canta la sua speciale “Ave Maria”, lì sotto il sagrato. Ondeggia il coro gospel, pochi attimi dopo il simpatico e imbarazzato tributo della squadra del Bologna: “Attenti al lupo” diventa quasi un rito vu-dù in simbiosi con quella folla oceanica che riempie la grande Piazza Maggiore. Poesia è la dedica di Renato: “Fai che questo non sia un addio, se puoi manda spunti, se puoi, che i ragazzi di qui hanno fame lo sai di scoprire e capire chi sei…“. Questa era “Lù“, commovente.
Amici, di oggi e di ieri: da Angela Baraldi a Gaetano Curreri, da Pierdavide Carone a Marco Mengoni: l’ultimo Re di Sanremo stupisce con una coinvolgente versione di “Meri Luis”. Giovanissimo era stato contattato da Lucio per un duetto su questo brano: ci voleva la carica di un grande per ritrovare le motivazioni perse per strada.
La musica ha sfiorato miliardi di stelle nel cielo di Bologna, gli amici sono andati via e in quella piazza grande resta adesso il cuore grande di un essere speciale. Ciao, ragno!
(foto by twitter)