Cutugno, Al Bano, Ricchi e Poveri: troppo facile criticare…

Perché Sanremo è Sanremo. Dovrebbe essere la chiosa di un pezzo, invece noi partiamo così. A dir la verità tutte queste critiche sull’arrivo a Sanremo di Ricchi e Poveri, Toto Cutugno e Al Bano proprio non le capiamo. Troppo facile dare addosso così, almeno da parte degli addetti ai lavori. Per più di un motivo: avete fatto caso all’età media del Festival? Avete tenuto conto della crisi? Avete pensato al target (storico) della kermesse? E andiamo avanti…

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Quando abbiamo appresso la lista dei big in gara, il comune sentire (anzi, il comune vociare) era: dov’è finito Gino Paoli? Solo un esempio per ribadire un concetto: non siamo mai contenti. Fabio Fazio, va detto, ha orchestrato (finora) un Festival giovane che, certamente, sarà fresco in ogni suo dettaglio. Saviano permettendo. Al di là di Luciana Littizzetto (trans-generazionale come pochi, per certi versi è il corrispettivo femminile di Fiorello), resta difficile muovere critiche al cast artistico: Almamegretta, Marta Sui Tubi, Chiara Galiazzo, Silvestri, Marco Mengoni, Modà, Gualazzi, Simona Molinari, Annalisa… Di fronte a questi nomi un pubblico adulto, affezionato alla tradizione sanremese rimarrebbe anche un po’ deluso! Direbbero: “Dove sono Albano e Massimo Ranieri?” Accontentati tutti, si chiama Tv generalista anche per questo…

Trent’anni fa era tutto diverso. Se YouTube scrive 4,618,438 non può significare che il mondo è fatto di “pecoroni”. La storia del Festival, dolenti o nolenti, è quella. E’ quella degli anni ’90 dove trionfava “La solitudine” e una ragazza sconosciuta e poco televisiva. Il Festival di Sanremo è la musica italiana, il manifesto canoro del nostro paese all’estero. E’ giusto promuovere cose nuove, diverse. Le cosiddette “Nuove Proposte“. Spesso ci si riempie la bocca (e si scrivono fiumi di parole) a proposito di innovazione. Bisogna andare oltre. Al Festival ci saranno (martedì) Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri (mercoledì) e Al Bano (giovedì). Aprire dibattiti su rottamazione e modernità è parecchio stucchevole. I tempi non sono maturi per uno come Skrillex… 😉

(foto by kikapress.com)

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