Si è spenta a ottantadue anni una delle figure più celebri della musica internazionale. Il mese scorso aveva lanciato il suo ultimo disco intitolato “You Wanti It Darker”.
Ci lascia Leonard Cohen, un cantautore, poeta e scrittore che ha segnato un’epoca e ha appassionato milione di persone. Nato a Montréal nel 1934 da una famiglia ebrea, cresce nel quartiere di Westmount e da giovane si iscrive all’università della sua città, dove si esercita per la prime volte nella poesia. L’amore per la letteratura si mescola a quello per la musica, riscuotendo molto successo tra i suoi ammiratori.
Dopo aver pubblicato alcuni romanzi, nel 1967 esce il suo primo disco come cantautore intitolato Songs of Leonard Cohen, che inizialmente viene accolto con diffidenza dal pubblico, ma si rivelerà più tardi uno dei suoi lavori migliori. Due anni più tardi esce il secondo disco, Songs from a Room, che ottiene immediatamente molta visibilità, soprattutto con canzoni come Bird on the Wire. Il terzo disco, Songs of Love and Hate, è quello che segna la sua consacrazione definitiva e lo fa entrare di diritto tra i grandi cantanti della storia.
Da qui seguono innumerevoli dischi e pezzi che accrescono la sua fama e lo fanno conoscere al pubblico internazionale. Escono dischi come I’m Your Man (1988), Various Positions (1984), The Future (1992), e altri successi ancora, fino all’ultimo disco uscito l’ottobre scorso e intitolato You Want it Darker, che chiude la carriera dell’artista. Tra le sue canzoni più importanti vanno ricordate Suzanne (1966), cantata anche da Fabrizio de André, Hallelujah (1984), uno dei suoi lavori migliori, interpretata anche da Jeff Buckley e Bob Dylan.
Cohen ha parlato e, soprattutto, ha cantato di tutto: amore, sesso, religione, fino alla politica. Ha scavato nell’anima dei suoi ascoltatori grazie alla sua voce, e come ammetteva lui stesso in una delle sue canzoni “Sono nato così, non avevo scelta, sono nato con il dono di una voce d’oro…”. Ha affrontato il tema della giustizia sociale, un tema che gli stava particolarmente a cuore, e ha cantato della depressione, di cui lui stesso ha sofferto e che ha poi riportato nei suoi lavori.
Dal suo profilo Facebook l’annuncio della sua scomparsa. Leonard Cohen aveva già guadagnato il suo posto nella storia: è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, nella Canadian Songwriters Hall of Fame e nella Canadian Musica Hall of Fame. Ha saputo emozionare milioni di persone cantando dei suoi problemi e delle sue passioni perché, come diceva lui stesso, “Ho imparato, scrivendo canzoni, che più si è intimisti più si parla di temi universali. I sentimenti di una persona diventano quelli di tutti”.