Gotica e dark: Alessia d’Andrea cambia il Dubstep…

Passione, pazzia, sogno, ribellione. Sono questi i quattro punti cardinali del nuovo viaggio di Alessia d’Andrea. Un viaggio musicale all’insegna dell’innovazione, dell’avanguardia, del rischio (calcolato). Sulla falsariga di Skrillex (chi non lo conosce, ha il dovere di andare a smanettare sul web), la bella cantautrice sfiora l’optimum: riuscire nell’impresa di accarezzare col testo un genere musicale prima d’ora privo di parole, il Dubstep. In anteprima per voi “seguaci” di Velvet Music l’ultimo videoclip di “Set me free, Set me on fire“, io per capirlo e apprezzarlo veramente ho fatto un piccolo esperimento: nel gergo pugilistico si dice “boxare di sinistro”, cambiare tattica di approccio…

ALESSIA D’ANDREA “NEW LOOK” – LE FOTO

Much more than Skrillex

Alessia d’Andrea torna sulla scena con un video da urlo. Un progetto nuovo, complesso e, nel complesso, di fortissimo impatto. Alcune settimane fa ho avuto la possibilità di vedere in ante-anteprima alcune immagini e ne rimasi immediatamente folgorato. Io, abituato al pop,al jazz e al rock, dovevo cambiare approccio, per capirne appieno la potenza stilistica. “Set me free, Set me on fire” è come Skrillex, più di Skrillex, idea innovativa che rompe gli schemi e apre uno scenario stimolante. Ieri sera, e per buona parte della nottata, ho visto il video senza audio e, solo in seguito, ascoltato il pezzo: l’unico modo per entrare nel tessuto narrativo di Alessia. Il genere Dubstep incontra le parole, la violenza è avvolta dalla passione e da un’occasione di riscatto…

Il grande incubo

Il Dubstep si è sviluppato prima in Inghilterra, poi negli States: come detto, dobbiamo a Skrillex ed ai Grammy una maggiore consapevolezza di questo tipo di musica. Davanti agli occhi il grande incubo di una ragazza che giace su un letto di ospedale, tinte nette dai sapori forti, marcati. L’eterna lotta dell’essere umano contro sè stesso, pur di resistere al male della vita, alla gramigna che porta alla dissoluzione dell’io. Alessia è perfetta nel comunicare un messaggio, un’emozione: le sue sensazioni sono quelle di una ragazza che, alla fine, vince una battaglia e resiste alle forze avverse, quelle che vogliono manipolare la sua mente.

Al cinema…

Andiamo indietro di otto anni, anche se la storia è ancora più antica. Lo “Spaventapasseri” è apparso al cinema in Batman Begins (2005) di Christopher Nolan, interpretato da Cillian Murphy con la voce italiana di Simone D’Andrea (no, lei e Alessia non sono parenti!). Crane è uno psichiatra del manicomio “Arkham Asylum” che cura i suoi pazienti, spaventandoli. Per farlo indossa una maschera orribile e usa un gas che provoca loro delle allucinazioni. La storia di “Set me free, Set me on fire” ricalca (in piccola parte) la storia di questo videoclip. E dà al brano di Alessia d’Andrea la consapevolezza che ogni grande incubo porta sempre a demoni soverchiati da angeli. Un sogno, appunto.

(Ph. V.Stefavov)