Dolcenera, Le stelle non tremano: “Il futuro è incerto, meglio vivere il presente” [INTERVISTA]

E’ uscito lo scorso 11 settembre Le stelle non tremano, sesto album di inediti di Dolcenera, interamente scritto, prodotto e arrangiato da lei stessa per la K6DN Records. A spianare la strada al disco sono stati i singoli Niente al mondo, hit del 2014, per 15 settimane in cima alle classifiche, Fantastica, che ci ha accompagnato nel corso dell’estate 2015, e più recentemente Un peccato, brano già in rotazione radiofonica dallo scorso 28 agosto.

Tre “assaggi” di questo disco, a cui Emanuela Trane (vero nome dell’artista) si è dedicata con un lavoro lungo e minuzioso, con la consueta cura per suoni e testi. Niente è lasciato al caso: dal’uso sapiente dei synth alle campionature che diventano quasi metafore, dai tamburi e il ritmo primordiale che sono in grado di creare al tipico gong della Cina, passando per il koto della musica tradizionale giapponese, l’arpa orientale e ancora sonorità electro-pop, blues e rock. La lista potrebbe andare avanti, ogni traccia nasconde un mondo di influenze e significati nascosti, piccoli e grandi tesori da scoprire ad ogni ascolto.

Un disco che parte dall’idea della paura per il futuro, ci ruota intorno, ma offre soprattutto spunti interessanti per trovare in se stessi e intorno a noi gli strumenti per sconfiggerla: l’amore, la lealtà, la condivisione, tanto per cominciare. Eppure la cantautrice non vuole fornire risposte a domande più grandi di lei e di noi tutti, non ha una strada da mostrare in “stile asceta”, ma racconta in musica il suo percorso, quello che è stato utile e importante per lei e che può anche esserlo per chi l’ascolta.

Le 11 tracce contenute nell’album portano quasi fisicamente le persone a reagire, a muoversi. Ad ascoltarle si avverte quasi la necessità di non star fermi, di ballare, saltare, di correre verso un futuro incerto sì, ma proprio per questo ancora pieno di possibilità. Tanti riferimenti filosofici e culturali al suo interno, da Monicelli a Pasolini, da Hesse a Gandhi, passando per Kant e Platone. Tutto può essere utile ad affrontare quel senso di paura dell’ignoto che caratterizza la nostra società in un periodo storico così difficile, soprattutto dopo l’attentato al World Trade Center l’11 settembre 2011.

Non a caso è stata scelta questa data anche per l’uscita del disco: “Tutti l’associano all’attacco alle Torri Gemelle – ha spiegato Dolcenera – ma pochi sanno che è una data scelta da Gandhi nel 1906 per Satyagraha, il manifesto della lotta non violenta. Nell’intervista che segue, ecco cosa ci ha raccontato sull’album, tra l’altro accompagnato da una cover e un booklet che sono “un’opera d’arte”, realizzati in collaborazione con l’artista internazionale Guido Daniele (pittore, artista multimediale e body painter), e il fotografo Paolo Cecchin.

Ascoltando il disco viene voglia, in generale, di reagire, darsi da fare, “svegliarsi”…
E’ così che lavoravo infatti quando l’ho scritto! Stavo tutto il giorno al piano o a programmare ritmiche, poi però andavo a fare sport estremi, allenamenti…è stato un tutt’uno. E’ il mio modo di superare la paura di non riuscire a sorprendermi. Ho voglia di crescere, di migliorarmi, necessità legate comunque al mio mestiere. Poi spero che il mio modo di riflettere possa essere condiviso: la musica non può essere solo un gioco o un tentativo di contaminazione a se stante. E’ sempre in relazione al messaggio che vuoi trasmettere. Se hai un messaggio, ad esempio, che ruota intorno al sogno (“Chi sogna non ha regole e non si arrende mai”, cit. Niente al mondo n.d.r) è un tema così universale che per trasmetterlo ha un senso usare i tamburi africani, un’orchestra imperiosa, i fiati che urlano al giudizio universale

A proposito di Universale, questo è anche il titolo di una traccia molto significativa dell’album, a cui tu hai affidato la chiusura dello stesso, in tracklist
E’ un pezzo che racconta molto di me, di come cerco di superare le paure, i miei alti e bassi emotivi, che poi si riversano nella scrittura di pezzi. Parla della voglia di condividere tutto questo con la persona che amo. Anche il tema della condivisione è importante in questo album: condividere una visione del mondo, anche quando la realtà che vediamo non ci piace. Nel pezzo canto “determina le sorti non è virtù dei fessi, avere più fiducia per credere in se stessi ma è come avere in mano un libro senza le parole. La fiducia in se stessi determina le sorti delle persone sì, ma potrebbe essere come avere in mano dei libri con le pagine bianche. Tante persone mi dicono che ho grinta, ma è un concetto vuoto se prima non provo a scrivere il libro della mia vita. Voglio e devo guardare tutto con occhio critico, la grinta e la fiducia in se stessi da soli non bastano. Questo in tutte le situazioni, in tutti i lavori.

Un peccato, figli del caos, 2vite: i richiami alla tradizione musicale orientale sono tanti. Come mai?
Sono stata in Cina per un tour teatrale nel 2013, ho ammirato questa cultura votata alla precisione e alla cura dei dettagli maniacalein cui mi rispecchiavo tantissimo! Basti pensare che mi hanno chiesto la scaletta un anno prima, così come la traduzione dei testi. A me, che non so dire cosa accadrà in futuro! Questa cosa mi ha colpito. Poi mi ha affascinato la cultura ricca di contaminazioni, ma anche Hong Kong, questa sorta di New York orientale mezza americana e mezza cinese. E’ davanti a quell’umanità che è nata una canzone come Figli del caos. Mi ispira la scala pentatonica tipica della loro musica, quella sorta di trans ipnotico in cui ti fa entrare.

Fantastica è entrata a far parte della colonna dell’estate, è stata cantata e ballata da tutti, insieme a hit estive più leggere di altri colleghi. Questa canzone, a ben vedere, è densa di significati importanti: pensi che siano stati colti? Come ti spieghi questo successo?
C’è un secondo messaggio volutamente nascosto dentro il pezzo: ascoltata attentamente, si possono trovare frasi come “la mia specie è sempre più ipocrita e non ha logica, ho guardato la foto di un mio vecchio amico ormai perso, la prima ruga che ho sull’anima” e si capisce che non è solo una canzone d’amore. E’ una dedica nascosta a questo amico che non c’è più. Non sapevo se scrivere per lui una canzone malinconica o meno, alla fine è diventato un pezzo gioioso, perché è questo il messaggio che mi ha lasciato: affrontare la vita con un sorriso.

L’anima in una lacrima contiene un richiamo ad Hermann Hesse e alla sua frase “le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell’anima”, ma tu hai dichiarato che l’hai scoperto solo dopo averla scritta. In che senso? Com’è andata?
Dopo la sua scrittura ho cercato su Internet, ma non trovavo nulla al riguardo. Non capivo come mai avevo questa idea in testa…ho riaperto i libri, ancora imballati dopo un trasloco, così ho trovato questo volume di aforismi. Di solito su ogni libro scrivo a matita le pagine che mi hanno colpito…ed era lì.

Un po’ in tutto l’album ci sono inviti a vivere “qui e ora”, senza preoccuparsi troppo del futuro. Tu ci riesci?
Vivere il presente è l’unica certezza che ho: se guardo al futuro ci trovo solo l’ansia, il passato invece serve a non fare gli stessi errori. Quindi vivo il momento e non faccio mai progetti a lunga scadenza…come un figlio! E se in quei nove mesi ci ripenso? (Ride)

Poi c’è Il Viaggio, che parte dall’idea di depressione e “pessimismo cosmico” per poi allargarsi ad un messaggio di speranza e di forza da cercare anche nelle persone che ci amano e ci circondano con affetto.
E’ una canzone sulle persone che si scelgono, sulla condivisione di un sogno, sulle affinità elettive. E’ un brano dedicato non solo al mio ragazzo, ma anche al mio fan club, a chi mi segue storicamente. Loro mi conoscono alla perfezione, non sono più fan ma, appunto, compagni di viaggio. Colgono nel mio sguardo ogni segno di depressione o i miei improvvisi sbalzi d’umore.

Non sembri amare molto l’esposizione televisiva o cercare necessariamente la visibilità, neanche per promuovere il disco. E’ come se lasciassi fare “il grosso” alla tua musica, evitando di cercare forzatamente l’attenzione. Soprattutto sul piccolo schermo.
Diciamo che mi piace la fase della scrittura e del lavoro sul disco, poco quella della promozione, a meno che non si tratti di tour. Preferisco sicuramente la dimensione live. Ho trovato della difficoltà in questi anni ad esprimermi in tv: volevo suonare dal vivo e pochi programmi lo permettevano.

A proposito di live: a fine anno partirà il tour, cosa ci anticipi?
Che non potrò portarmi l’orchestra per cantare Niente al mondo e neanche suonatrici di koto! (Ride) Ma cercherò un modo sincero e onesto per rappresentare questo disco

E’ vero che hai già pronta una canzone che potrebbe essere presentata al Festival di Sanremo?
Diciamo più che altro che ho un pezzo che non sarebbe stato adatto per questo disco e che terrò per un momento di maturazione generale…

Dolcenera al momento è impegnata in un instore tour, che segue il calendario riportato qui di seguito:

  • 15 settembre – Padova (Mondadori, ore 18,30)
  • 16 settembre – Villesse, GO (Mediaworld, ore 17,30)
  • 17 settembre – Modena (Mediaworld, ore 17,30)
  • 18 settembre – Varee (Casa del disco – ore 15,00)
  • 18 settembre – Torino (Feltrinelli Stazione – ore 18,30)
  • 21 settembre – Bologna (Mondadori – ore 18,30)
  • 22 settembre – Roma (Discoteca Laziale – ore 17,30)
  • 23 settembre – Napoli (Feltrinelli Stazione – ore 15,00)
  • 23 settembre – Marcianise, CE (Mondadori – ore 18,30)
  • 24 settembre – Bari (Feltrinelli – ore 18,00)
  • 25 settembre – Lecce (Feltrinelli – ore 18,00)
  • 28 settembre – Palermo (Mondadori – ore 18,30)
  • 30 settembre – Genova (Feltrinelli – ore 17,30)
  • 1 ottobre – Firenze (Galleria del Disco – ore 18,00)

Foto: Ufficio stampa