Morto Ben E. King, protagonista del soul e “papà” di Stand by me

Si è spento a 76 anni Ben E. King, uno dei re del soul americano, ricordato in tutto il mondo per aver il Stand by me, oltre a successi come There Goes My Baby, Spanish Harlem, Amor, Don’t play that song e Supernatural thing. King, nato nel 1938 a Henderson, è cresciuto ad Harlem, New York. Dopo aver dato il via alla sua carriera negli anni ’50 con i Drifters, il cantante nel 1964, ovvero all’apice della sua carriera, ha partecipato al Festival di Sanremo con il brano Come potrei dimenticarti, cantata in coppia con Tony Dallara.

Ma è Stand By Me il suo pezzo più celebre, scritto con Jerry Leiber e Mike Stoller e portato al successo in Italia da Adriano Celentano con il titolo Pregherò. Una canzone definita una delle più importanti del Secolo dalla Recording Industry Association of America, riproposta non solo da Celentano nella sua versione italiana, ma anche da altri immensi protagonisti della musica internazionale come John Lennon.

Stand by me, infatti, è la quarta canzone più riproposta nel Ventesimo secolo, ed è stata definita un “classico” dalla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Ricordiamo che, nel 2009, anche la band Bon Jovi, insieme al cantante Andy Madadian, ne ha realizzato una cover in sostegno al popolo iraniano, mentre l’anno successivo, nel 2010, Lady GaGa e Sting hanno interpretato il brano durante la cerimonia di beneficenza Rainforest a New York.

Nel 1962 King registrò anche un’altra caanzone memorabile, Don’t play that song (You lied), che anche in questo caso venne portata in Italia, stavolta grazie a un interprete molto amato in quegli anni presso il pubblico nostrano, Ricky Gianco, con il titolo Tu vedrai (un brano che realizzò ben 700.000 copie vendute). A metà degli anni ’60, King vide il suo successo affievolirsi, ritrovando invece una seconda ondata di popolarità nel 1986 grazie alla pellicola Stand by Me – Ricordo di un’estate, diretta da Rob Reiner e tratta dal racconto Il corpo (The Body), di Stephen King. Il più grande successo di Ben E. King in quel caso venne usato come pezzo forte della colonna sonora del film, riportandolo eccezionalmente nella top 10 americana.

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