L’Inno di Gianna e le dediche di Pierluigi…

Da sempre desidero che le mie canzoni si rappresentino da loro, nella parole e con la musica. Ho derogato in un solo caso: per l’Ulivo di Veltroni cui concessi come inno l’utilizzo de “La canzone popolare“. Oggi però non lo farei più…“. Così, più di qualche mese fa, il sommo Ivano Fossati. Veltroni non c’è più, al suo posto Bersani e in luogo del cantautore genovese troviamo Gianna Nannini. Molti lo sanno, il candidato premier del partito democratico ha scelto “Inno” della rocker senese per la campagna elettorale 2013

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La canzone pop

Mi ricordo di te ti raggiungo ad occhi chiusi, mi ricordo di te per la strada mi incontrerai, mi ricordo di te ogni estate sono qua, mi ricordo di te, tu sorridi e mi dici ciao…“. E qui potremmo anche trovarci una dedica velata alla lira. Più difficile che si tratti di un dolce ricordo di Romano Prodi. Non ci è dato saperlo.
Scherzi a parte, il pezzo di Gianna Nannini è molto bello, poco rock, ma energico e sulla falsariga dei suoi standard recenti. C’è a chi piace e a chi non piace. A Pierluigi Bersani, evidentemente, aggrada. Più di un po’. Sarà che la scelta è ricaduta su questa canzone perché da ora in poi sarà in alta rotazione radiofonica…? La cantautrice, su Twitter, apprezza: “Complimenti per la scelta! Finalmente qualcuno che si intende di musica! Inno è il pezzo più bello che ho scritto negli ultimi 20 anni!

Per la par condicio delle sette note, ci tocca andare un po’ indietro nel tempo. Nel 1996 era tutto diverso e il centrosinistra di allora trionfava alle elezioni donando alla gente un messaggio di speranza, perfettamente espresso da un inno che aveva convinto tutti, anche i semplici simpatizzanti. Ivano Fossati, come detto sopra, rinnega la scelta di concedere un suo brano per scopi elettorali. “La canzone popolare” è ormai maggiorenne (o quasi), ma il suo testo è ancora fresco: “Sono io oppure sei tu che hanno mandato più lontano per poi giocargli il ritorno sempre all’ultima mano…“. Magari questa strofa Bersani la dedica a Mario Monti.