Inno (a) Benigni: tra amore, corpo sciolto e Costituzione da cantare…

E, così, la Rai rispose a Mediaset. Benigni contro Celentano, la Costituzione contro Rock Politik. Sommersi dai Talent, ci rendiamo conto come la parola dominante degli ultimi anni non possa essere che una sola: sfida. Che, in questo caso, non diventa sfiducia: lo show del toscanaccio si fa apprezzare per ritmo e contenuti, anche se a noi interessa più che altro ritrovare il Benigni musico, quello che in Tv ci andava spesso anche per cantare, quello che tra inni irriverenti e pezzi di amore assoluto riusciva sempre a far discutere…

Un inno dopo il weekend…

Abbiamo ancora negli occhi questo speciale duetto. Probabilmente i due maggiori intrattenitori presenti sul panorama artistico dello stivale: Rosario Fiorello e Roberto Benigni. Due personaggi completamente diversi, due che, come Rivera e Mazzola, Baggio e Del Piero, giocano meglio da soli. Musicalmente il nostro Premio Oscar non ha mai avuto grandi velleità: proprio per questo, anche qui, ha desiderato non prendersi troppo sul serio e giocarla sull’irriverenza. A suo modo, L’inno del corpo sciolto è un pezzo che ha fatto storia, non tanto per la bellezza, quanto per il suo essere così “cialtronesco” e di poche pretese, ma terribilmente riconoscibile…

Quanto t’ho amato?

Le persone eleganti sanno indossare alla perfezione un abito sartoriale, una grande firma, una felpa, una t-shirt e un paio di sneakers. Lo stesso accade con i grandi artisti. Dal corpo sciolto a questa perla, scritta con Vincenzo Cerami e qui interpretata accanto ad un pianista d’eccezione: Claudio Baglioni. “Anche se resto in silenzio, tu lo capisci da te…“. Un valzer delicato, a tratti commovente. Cantare l’amore è ancora impresa ardua: un comico ha un cuore immenso e, cambiando l’abito, riesce a superarsi. Nell’amor le parole non contano, conta la musica.

(foto by kikapress.com)