Emanuele Corvaglia: “A Noemi preferisco Mengoni. Sanremo? Chissà…” [INTERVISTA]

..ha un carattere particolare, ‘primitivo’ sotto certi aspetti. Lui scrive di continuo, la tenacia lo accompagna, ma sa che deve migliorarsi: un po’ come fece Ferro, prima di arrivare al successo…“. Così Mara Maionchi a proposito di Emanuele Corvaglia. Lui è giovanissimo, inizialmente mi dà anche del ‘lei’ e tutto questo fa spuntare una malefica ruga immaginaria. Giovane, smaliziato, ma con la voglia di (far) riflettere: Ema sceglie la consolidata formula social per lanciare il suo nuovo singolo, dal titolo #nessunociprotegge. E’ l’occasione ideale per fare una chiacchierata, per capire subito cosa ha indotto un ragazzo di 20 anni a cantare la sua generazione, con limiti, paure, speranze. Dopo l’esperienza di Amici ha saputo creare e conservare una vagonata di fan, che ora lo seguono con estrema costanza: è un cantautore, il fatto che abbia un seguito così corposo lascia ben sperare per il futuro della musica.

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Da Mara Maionchi a Maria De Filippi, da Marco Mengoni a Cesare Cremonini, da Jovanotti a Francesco De Gregori. Fino a Lucio Battisti, il suo preferito. Sono tutti nomi che fanno parte del percorso umano e professionale di Emanuele. Per lui un nuovo album in costruzione (“non so quando arriverà, credo un altro singolo prima di Natale“), nessuna ossessione verso Sanremo 2015 (“Chissà…“) e uno sguardo attento a giovani colleghi anglosassoni, come Ed Sheeran e John Mayer.

Dici che siamo gli unici controcorrente, ma abbiamo paura di cadere: quanto è autobiografica, e in cosa, questa “Nessuno ci protegge”?

Non canto solo quella dei 20enni, ma tutte le generazioni giovani, ‘fresche’. Il mondo è cambiato, anche a 40 anni, oggi, non sei adulto, perché spesso non sei riuscito a dar vita ad una tua stabilità professionale e umana. Oggi tutti dobbiamo cavarcela da soli, non c’è lavoro, la crisi ci assale di continuo. Il mio è un affresco, una fotografia della società.

Tempo fa Mara Maionchi mi ha detto che portavi tanta roba alla sua etichetta (“Non ho l’età”, ndr.) e che loro spesso ti strappavano ciò che non piaceva… Confermi?

Assolutamente! (ride) Io sono un po’ come una macchina, vado avanti, penso, scrivo, butto giù parole e accordi. Mara e gli altri sono la mia grande squadra, i miei allenatori: sono bravissimi a stimolarmi di continuo. Seguo sempre il mio istinto, so che non sempre è giusto: dopotutto, il nostro è un lavoro che si vende al pubblico, siamo costretti fare i conti con il prodotto-canzone, non solo con la canzone.

Devi più a Mara o a Maria De Filippi…?

Sono molto contento di averle incontrate e conosciute entrambe: due professioniste assurde, incredibili, instancabili. Mara ha creduto in me quando tutto poteva essere già finito, ma Maria è quella che è riuscita a darmi una visibilità fortissima. Non lo dimenticherò mai.

Parliamo del il videoclip “Nessuno ci protegge”. E’ a metà tra lyric e clip effettivo: come mai questa scelta? Ti è piaciuto il risultato finale?

Sono parecchio soddisfatto. Alla fine è uscito fuori un video molto semplice, diretto. Io sono un artista poco conosciuto, dovevo dar peso alle parole, al mio essere cantautore. Mettendo me in primo piano.

Manca molto all’album?

Ogni cosa che direi potrebbe essere una bugia. Nel senso che per adesso non abbiamo una data di uscita, stiamo lavorando, dobbiamo rivedere bene gli arrangiamenti. Insomma, ci vorrà ancora un po’ di tempo. Posso dirti che sarà un disco dai suoni ricercati: forse prima della fine dell’anno tireremo fuori un altro singolo, ma ancora è presto per dirlo.

E’ partito X-Factor: tu sei un ex-Amici, che pensi di quell’universo?

Non ho Sky a casa, l’ho guardato un po’ a casa di amici. In generale, posso dirti che apprezzo moltissimo Marco Mengoni, lo preferisco a Noemi che secondo me era molto più forte (e lo è ancora) quando cantava pezzi in inglese.

Ai tuoi fan piace molto il tuo essere così ‘cantautorale’. Quanto conta per te scrivere e interpretare le tue storie…?

E’ fondamentale, ho scelto questa strada proprio perché sentivo la necessità di fare un mestiere che mi permettesse di cantare la mia vita, le mie emozioni, i miei sogni. Credo di saper suonare e di saper cantare, soprattutto penso di poter dire la mia come autore e anche scrivere: ripeto, il nostro è un lavoro di squadra, un buon 20% lo mettono tutti gli altri, da solo non arriverei mai al risultato finale.

I Talent sono anche possibilità per dar vita a collaborazioni: cosa ricordi di ieri (Amici) e cosa pensi per il prossimo futuro?

Ad Amici duettai con i Club Dogo, professionisti clamorosi. Oggi guardo molto ai cantautori, mi piace molto Cesare Cremonini, seguo molto anche i Negramaro e Jovanotti. Tra i grandi classici, adoro De Gregori e Lucio Battisti, lui è il più grande di sempre. Non è morto per davvero, solo il corpo non se n’è andato.

…e all’estero? Cosa ti piace?

Sarebbero tanti i nomi, penso al primo James Blunt, a Ed Sheeran, del quale ho anche fatto una cover (“One”, ndr.), anche John Mayer: in un brano che ho scritto mi sono ispirato a lui.

Domanda obbligatoria: Sanremo? I fan ci sperano…

Ci spero anch’io, eh! (ride)

Sei giovanissimo, ma hai una tua canzone nell’armadio? Mi spiego, una del passato alla quale leghi un bel ricordo

Come ti ho detto prima, Battisti è il mio numero uno: per me “Il mio canto libero” è un po’ come il manifesto che tutti i ragazzini tengono appesi in camera. Una canzone con mille e più significati.

(PH. Daniele Belli)