Emanuela Palmer #notedinuma: “Talent obbligatori? No, pensate a Elisa e ai Modà”

Esistono anche dei punti deboli per chi vuole presentare un prodotto nuovo o diventare un artista di successo. Oltre alla difficile professione (e posizione) di chi deve scegliere all’interno di un affollatissimo calderone di progetti nuovi. La concorrenza è spietata, a volte non è semplice essere obiettivi e lavorare senza pressioni. L’addetto hai lavori è sempre costretto a seguire delle regole di mercato, ha sempre qualcuno sopra di lui che può non essere d’accordo e bloccargli un’iniziativa coraggiosa. Avere coraggio può far perdere denaro, non dimenticatelo. Ma… Potrebbe anche farne guadagnare tanto! Solo così si possono cambiare la storia e le tendenze musicali. Il timore è sempre quello: sbagli a promuovere un artista sconosciuto dove non hai garanzie di successo e perdi sponsor e credibilità. Insomma perdi tanto di quel Santo Dio denaro.

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Va detto che spesso molti progetti non sono a fuoco, non esiste un team che lavora per i giovani artisti. E spesso ci si illude che popolarità e successo si raggiungano con un singolo orecchiabile, una bella immagine o solo la partecipazione ad un Talent Show. Artisti come Negramaro, Almamegretta, Modà, Elisa e molti altri ci insegnano che un lungo percorso di maturità artistica, di ricerca e di gavetta aiuta a mettere radici profonde per una carriera longeva e non da meteora…

Scrivere, suonare…

Non basta avere solo una bella voce ed una grande voglia di cantare. Nei Talent senti dire da tutti la stessa cosa: “Da quando sono bambina canto e non desidero fare altro…“. Non basta ragazzi, questo accade a due quarti della popolazione mondiale! Dobbiamo imparare a scrivere testi che rappresentino i nostri messaggi, saper suonare per poter comporre le melodie che abbiamo nel cuore e che ci ispirano. Dobbiamo avere molta esperienza live (e in studio), altrimenti rischiamo di peccare nell’intonazione…

Dopo Elisa il vuoto (o quasi)

Volete un consiglio? Smettetela di copiare ‘vocalmente’ il cantante che amate di più. Così rischiate solo di emularlo e di diventarne la brutta copia. Certo, fate bene ad ascoltare molta musica, anche per rubare con gli occhi e con le orecchie, ma tutto va fatto con estrema umiltà. 17 anni fa Elisa segnò una forte innovazione, un passo molto coraggioso per la musica italiana: dopo di lei il vuoto, nulla di così dirompente e originale.

Carenza di creativi e visionari

Rispetto comunque giovani artisti come Alessandra Amoroso, Emma, Noemi, Marco Mengoni, Chiara Galiazzo, Verdiana e Giacomo Voli: loro sono tra i pochi che hanno tiraro fuori il meglio dall’esperienza dei Talent Show. Gente in grado di lanciare messaggi puliti e positivi. Chi decide, purtroppo, a volte dimentica tutto questo: al posto di imprenditori spietati ed intenditori di marketing ci dovrebbero essere dei creativi, dei visionari. Persone che fanno musica, non che la ‘ragionano’. Non si può vendere dischi come se fossero prodotti appoggiati sugli scaffali d’un supermercato.

(foto by velvet music)