James Blunt in concerto a Milano, il report della serata [VIDEO]

Si è presentato sul palco vestito da astronauta. Non male come biglietto da visita per il roboante concerto di James Blunt a Milano: ieri sera sold out al Mediolanum Forum, oltre 20 pezzi in scaletta e tanta, tantissima energia da parte del giovane performer. Attese che non sono state tradite, è rimasto deluso chi, soprattutto tra gli addetti ai lavori, si aspettava un concerto “dimesso e tormentato”, sulla falsariga di “You’re Beautiful”, una delle hit di James: abbigliamento a parte, il protagonista non si è risparmiato, riuscendo a coinvolgere la gran folla meneghina dall’inizio alla fine. Lo start è affidato a “Face The Sun”, tratta dall’ultimo album “Moon Landing”: in tutto lo spettacolo durerà oltre un’ora e mezza, con una scaletta – va detto – ottimamente assortita, dando spazio a ben sette brani estratti dal disco sopra citato. Poi, nel dettaglio, sei da “Back To Bedlam”, cinque da “All The Lost Soul” e, infine, solo quattro da “Some Kind Of Trouble”…

Partiamo dalla fine. A concerto concluso Blunt scende dal palco per attraversare la platea e abbracciare idealmente tutti i suoi sostenitori. Molto bello da vedere, nulla da eccepire. James non è solo sul palcoscenico, in tutti i sensi: quattro pregevoli musicisti, un enorme schermo centrale e due laterali, con immagini proiettate di continuo, in un meraviglioso gioco di luci ed effetti.

James Blunt delizia il pubblico di Milano, prima lo cattura con il sentimento, con i pezzi più struggenti, poi si scatena ed è un’iradiddio: chitarra o ukulele, pianoforte, seduto, in piedi o con le gambe per aria, senza soluzione di continuità. Un boato dopo l’altro, un coro dopo l’altro: l’avvio, come detto, è per “Face the Sun”, poi le ultime perle, “Bonfire Heart”, “Heart to Heart”, “Miss America”, “Sun on Sunday”, “Postcards” e “Blue on Blue”. Un piccolo salto indietro nel tempo con “I’ll Take Everything”.
Alla grande la tappa milanese del “Moon Landing World Tour”, l’artista incanta la gente per 1h e 40 (o poco più), affidando l’epilogo a pezzi di grosso impatto come “1973”, grande successo di sette anni fa…

(foto by facebook)