Atoms for Peace, Milano: Thom Yorke fa rivivere i Radiohead [VIDEO]

Siamo d’accordo, non si tratta dei Radiohead, ma poco ci manca. Gli ultimi due concerti italiani degli Atoms for Peace hanno dimostrato, una volta di più, il loro valore infinito: invidiabile la capacità di coinvolgere la gente, sorprendente la carica che lasciano cadere sul palcoscenico al termine di ogni loro performance. E, poi, c’è lui: Thom Yorke, lo show è sempre una garanzia, è come se un concerto venisse messo in banca. Il front-man della band ieri sera ha infiammato Milano, l’Ippodromo del Galoppo ha accolto con entusiasmo lui e i suoi ragazzi, tutti portatori sani di rock sperimentale ed elettronica (…)

Il cantante dei Radiohead ha dato vita a un secondo progetto, prima da solista e adesso ribattezzato “Atoms for Peace”, la cosa non dispiace e incontra la curiosità dei fan più accaniti (e non solo). Milano è un vero “bollore”, alterna momenti di puro gasamento con i pezzi più duri (su tutte “Harrowdown Hill“) a esibizioni più accompagnate, quasi suadenti, come “Black Swan” e “Ingenue”.

I compagni d’avventura sono quattro musicisti che hanno fatto la storia recente del rock: cinque musicisti che hanno fatto la storia recente del rock: il bassista dei Red Hot Chili Peppers, Flea, il produttore dei Radiohead Nigel Godrich, il percussionista brasiliano Mauro Refosco, già in tour con i Red Hot, con David Byrne e Brian Eno, e il batterista ex R.E.M. Joey Waronker.

Il doppio evento Roma-Milano è stato già inserito tra i migliori concerti dell’estate 2013, un motivo ci sarà: nella capitale (16 luglio) Thom e compagni hanno raccolto soltanto applausi. Poco importa se i fan si siano divisi su Facebook: qualcuno ha scritto “Gran bel concerto, ma gli Atoms non entrano nelle viscere come i Radiohead“, altri, invece, hanno mostrato maggiore entusiasmo.

La prova degli Atoms For Peace in terra lombarda ha convinto tutti: “Amok“, il loro disco d’esordio, è costruito sulla poetica di Thom Yorke, lui che grazie a quella voce così vellutata riesce nell’impresa di “ammorbidire” la base rock del gruppo. Ne esce fuori uno spettacolo a base di elettronica, dove speciali ritmi ipnotici coinvolgono lo spettatore sino all’ultima nota.