Morandi: “Ecco perché ho duettato con Rovazzi in Volare”

Gianni Morandi ha rivelato su Facebook i motivi per cui ha deciso di duettare con Fabio Rovazzi nella canzone ‘Volare’, che sta spopolando sul web. Alcuni utenti avevano acceso una polemica sull’insolito duetto, ma il popolare cantante ha replicato prontamente sulla sua bacheca. Il video della canzone, pubblicato il 19 maggio su Youtube, ha già collezionato oltre 4,6 milioni di visualizzazioni.

Si chiama Volare la terza canzone di Fabio Rovazzi, che prova a replicare il successo di Andiamo a Comandare e Tutto molto interessante proponendo un insolito duetto con “l’unica persona al mondo che non è odiabile” (citazione di Maccio Capatonda, presente nel videoclip): Gianni Morandi. Il video della canzone – che vede la partecipazione, tra gli altri, anche di Salvatore Esposito, Javier Zanetti, Lodovica Comello, J-Ax, Fedez, Danti, Frank Matano e Angelo Duro – ha totalizzato oltre 4,6 milioni di visualizzazioni in circa 48 ore.

Gianni Morandi ha risposto su Facebook ai commenti polemici degli utenti sul motivo per cui ha deciso di duettare con Fabio Rovazzi. Un utente ha scritto il seguente commento sulla bacheca del popolare cantante: “Quanto contano le etichette discografiche per convincere il grande Gianni a duettare con Rovazzi?”. Morandi ha risposto: “Caro Enzo, le etichette discografiche ormai sono ininfluenti. Fabio mi ha telefonato raccontandomi il progetto, io l’ho trovato divertente e ho accettato. Un abbraccio”. A chi, invece, gli ha scritto: “Cosa non si fa per restare in auge… Che tristezza Gianni, mi spiace davvero”, il cantante ha replicato con ironia: “Caro Lorenzo, sono solo 50 anni che ci provo ma non ci riesco… Un abbraccio forte”.

Sul videoclip firmato Fabio Rovazzi, Gianni Morandi ha inoltre dichiarato: “Rovazzi ha costruito un bellissimo video che ha raggiunto un numero impressionante di visualizzazioni, oltre 2 milioni e 600mila e non sono passate ancora 24 ore! Penso che questo sia il riconoscimento più importante! Un abbraccio”.

Photo credits: Facebook