
Il Gattopardo: da romanzo a serie Netflix, il significato di cambiare tutto perché niente cambi
Il Gattopardo, il celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ha sempre rappresentato una profonda riflessione sulla decadenza dell’aristocrazia siciliana e sul cambiamento sociale e politico che ha caratterizzato l’Italia del XIX secolo. La sua recente trasposizione in una serie TV su Netflix, diretta da Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Lucchetti, porta con sé l’ambizione di modernizzare e internazionalizzare la narrazione, mantenendo viva l’essenza di un classico che ha segnato la letteratura italiana.
Le protagoniste della serie, Benedetta Porcaroli e Deva Cassel, sono state ospiti del programma “Pinocchio” per presentare il progetto, che ha richiesto un lungo processo di produzione durato due anni. In questa nuova versione, Benedetta Porcaroli interpreta Concetta, mentre Deva Cassel, figlia d’arte di Monica Bellucci e Vincent Cassel, veste i panni di Angelica Sedara, un ruolo iconico già interpretato da Claudia Cardinale nel film di Luchino Visconti del 1963.
La trama e i personaggi
La serie è composta da sei episodi, resi disponibili su Netflix a partire dal 5 marzo 2025. La presenza di Porcaroli e Cassel al programma ha messo in luce non solo la loro amicizia, nata durante le riprese, ma anche le complessità dei loro personaggi. Deva Cassel ha commentato come la rivalità tra Angelica e Concetta non sia da intendersi in modo tradizionale, ma piuttosto come una conseguenza di un sistema sociale che le oppone, rendendole entrambe vittime dello stesso contesto.
L’importanza dei costumi e delle location
La serie si distingue anche per la ricchezza dei costumi d’epoca, che hanno richiesto un attento studio e una profonda immersione nel passato. Cassel ha descritto l’esperienza di indossare abiti storici come una sfida, evidenziando quanto fosse difficile mantenere una postura corretta e adeguata alle norme sociali del tempo. Questi dettagli non solo servono a ricreare l’atmosfera dell’epoca, ma offrono anche un’importante riflessione sulla condizione femminile e sulle limitazioni imposte dalla società del XIX secolo.
Le riprese della serie hanno avuto luogo principalmente in Sicilia, terra natale dell’autore e sfondo fondamentale per la trama. La Sicilia non è solo una location, ma diventa a tutti gli effetti un personaggio della narrazione. I registi hanno voluto rendere omaggio a questa terra, che è stata al centro dell’educazione del regista, il cui padre era professore d’italiano e nutriva un amore profondo per la letteratura e la cultura siciliana. Questo legame personale si riflette in una narrazione che cerca di rendere giustizia alla bellezza e alla storia di quest’isola.
Le location scelte per le riprese sono suggestive e ricche di storia. Tra queste, Villa Parisi a Frascati, che ha fatto da sfondo a una cena tra le famiglie Salina e Sedara, e Palazzo Chigi, utilizzato per le scene del ballo, dimostrano l’attenzione al dettaglio e la volontà di ricreare fedelmente l’atmosfera dell’epoca. La produzione ha anche girato in diverse città siciliane, tra cui Palermo, Siracusa e Catania, trasformando luoghi storici in set cinematografici.
Temi e significato del gattopardo
La trama della serie si concentra sulla decadenza dell’aristocrazia siciliana in un momento di grande tumulto storico, segnato dall’Unificazione d’Italia e dal passaggio da un regime borbonico a una nuova realtà sociale. Al centro della narrazione c’è il principe Fabrizio Salina, un personaggio complesso e disincantato, che osserva il lento declino della sua classe e si confronta con le nuove dinamiche sociali rappresentate dal giovane Tancredi Falconeri.
Tancredi, interpretato da Saul Nanni, incarna l’abilità di adattamento e la prontezza a sfruttare le opportunità che il cambiamento porta con sé. La sua storia d’amore con Angelica rappresenta non solo l’incontro tra aristocrazia e borghesia, ma anche il conflitto tra tradizione e modernità. Questo passaggio, che segna la fine di un’era, è accompagnato dalla famosa citazione del principe: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.” Questa frase riassume perfettamente il tema centrale de Il Gattopardo, un’osservazione acuta sulle illusioni del cambiamento.
Un altro aspetto interessante della serie è come il racconto originale di Lampedusa venga ampliato, con una maggiore enfasi sugli intrighi tra i personaggi, rendendo la narrazione più dinamica e coinvolgente per il pubblico contemporaneo. La complessità delle relazioni e dei conflitti personali si intreccia con il contesto storico, creando una storia che risuona anche con i temi attuali di identità, potere e cambiamento.
Il titolo “Gattopardo” non si riferisce solo al principe, ma diventa un simbolo di un’aristocrazia in declino, la cui bellezza è destinata a svanire, proprio come il felino dal quale prende il nome. Questo parallelo tra il gattopardo e la famiglia Salina sottolinea la fragilità di una nobiltà che non riesce a mantenere il suo status di fronte ai rapidi cambiamenti della società.
Il Gattopardo, quindi, non è solo un adattamento di un romanzo classico, ma una riflessione profonda su temi universali che continuano a essere rilevanti oggi. La serie si propone di riaccendere l’interesse per una storia che, pur essendo radicata nel passato, offre spunti di riflessione sul presente e sul futuro, rimanendo un’opera fondamentale nella cultura italiana.