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Il re di Giordania boccia il piano di Trump per Gaza: ecco cosa significa per la regione

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Il recente incontro tra il re Abdallah II di Giordania e il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha messo in evidenza il fermo disaccordo del sovrano giordano nei confronti del piano proposto dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per la situazione a Gaza. Durante questo incontro, il re ha enfatizzato l’importanza di preservare l’integrità territoriale palestinese, rifiutando qualsiasi tentativo di controllo dei territori palestinesi e di sfollamento della popolazione.

La proposta di Trump, parte del suo “Accordo del secolo” presentato nel gennaio 2020, ha suscitato forti critiche tra i leader arabi e palestinesi. Questo piano, percepito come un modo per legittimare l’occupazione israeliana, ha sollevato preoccupazioni per le aspirazioni nazionali palestinesi. Abdallah II ha chiarito che è fondamentale mantenere la sovranità palestinese, garantendo ai palestinesi la possibilità di vivere nella loro terra senza timori di sfollamento.

La necessità di fermare gli insediamenti israeliani

Il re di Giordania ha esortato alla necessità di fermare le attività di insediamento israeliane, che continuano a rappresentare una fonte di tensione. Gli insediamenti sono considerati illegali dalla comunità internazionale e ostacolano il processo di pace. La Giordania, che accoglie circa due milioni di rifugiati palestinesi, è particolarmente sensibile a queste dinamiche, poiché il conflitto israeliano-palestinese influisce direttamente sulla stabilità del regno.

La soluzione dei due stati

Abdallah II ha ribadito l’importanza della soluzione dei due stati, un principio centrale nelle risoluzioni delle Nazioni Unite. Ogni piano di pace, secondo il sovrano, deve garantire ai palestinesi il diritto a uno stato indipendente, con Gerusalemme Est come capitale. La posizione della Giordania è chiara: qualsiasi tentativo di modificare la situazione attuale senza il consenso palestinese è inaccettabile.

  1. Fermare gli insediamenti: È essenziale interrompere le attività di insediamento per favorire il processo di pace.
  2. Riconoscere la sovranità palestinese: La Giordania sostiene il diritto dei palestinesi a vivere nella loro terra.
  3. Promuovere la soluzione dei due stati: Ogni iniziativa di pace deve rispettare le aspirazioni nazionali palestinesi.

Il ruolo della comunità internazionale

Il re ha anche sottolineato l’importanza della comunità internazionale nel sostenere la causa palestinese. La Giordania ha storicamente svolto un ruolo di mediatore nel conflitto e continua a lavorare per garantire che i diritti dei palestinesi siano rispettati. Abdallah II ha avvertito che un ulteriore deterioramento della situazione a Gaza potrebbe portare a un’escalation della violenza e a un aumento dell’instabilità regionale.

La crisi umanitaria a Gaza è già a un livello critico, e gli appelli del re giordano richiamano la responsabilità della comunità internazionale a prendere misure concrete per alleviare la sofferenza della popolazione palestinese.

In conclusione, la Giordania, che ha firmato un trattato di pace con Israele nel 1994, gioca un ruolo strategico nell’equilibrio di potere della regione. Tuttavia, la sua posizione è complicata dalla presenza significativa di rifugiati palestinesi. La questione palestinese è cruciale per la sicurezza e l’identità nazionale della Giordania, e il re Abdallah II è consapevole delle sfide nel mantenere la stabilità interna mentre sostiene i diritti dei palestinesi. L’incontro tra Abdallah II e Abbas rappresenta un chiaro segnale di opposizione ai piani che minacciano la sovranità palestinese e la stabilità del Medio Oriente.

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