Era il 1985 quando “We Are the World” conquistò il cuore di milioni di persone in tutto il mondo, diventando non solo un simbolo musicale, ma anche un manifesto di solidarietà globale. Questo brano iconico compie oggi 40 anni, segnando un momento cruciale nella storia della musica pop e della beneficenza. Scritto da Michael Jackson e Lionel Richie, e interpretato da un supergruppo composto dai più grandi artisti dell’epoca sotto il nome di USA for Africa, la canzone rappresentava la risposta della comunità musicale afroamericana alle iniziative benefiche promosse da artisti bianchi, come il celebre “Band Aid” di Bob Geldof.
Il 28 gennaio 1985, durante gli American Music Awards, si svolse uno dei momenti più memorabili della storia musicale: 45 artisti, tra cui nomi come Bruce Springsteen, Cyndi Lauper e Bob Dylan, si riunirono in uno studio di Los Angeles per registrare la canzone. Solo tre mesi dopo, “We Are the World” andò in onda in contemporanea su tutte le frequenze radio del mondo, diventando il singolo più venduto della storia, con oltre 100 milioni di dollari devoluti all’Etiopia e quattro Grammy vinti.
Oggi, a distanza di quattro decenni, è interessante riflettere su come siano cambiati i cantanti di quella storica serata, alcuni dei quali continuano a fare musica, mentre altri hanno preso strade diverse.
I protagonisti di “We Are the World” oggi
Lionel Richie: Coautore del brano, ha 74 anni e, sebbene non pubblichi nuova musica da tempo, rimane attivo nell’industria musicale, partecipando a eventi e produzioni. Recentemente, ha contribuito al documentario Netflix “We Are the World: la notte che ha cambiato il pop”, che racconta la storia della registrazione.
Diana Ross: La cui carriera è iniziata negli anni ’60 come parte delle Supremes, ha oggi 79 anni e continua a esibirsi. Oltre alla musica, ha intrapreso la carriera di produttrice discografica, dimostrando la sua versatilità nel panorama artistico.
Cyndi Lauper: A 70 anni, è un’altra figura che continua a brillare nel mondo della musica, esplorando anche il cinema come regista e doppiatrice.
Bob Geldof: Il cui progetto “Band Aid” ispirò in parte “We Are the World”, ha vissuto alti e bassi nella sua carriera. Dopo aver attraversato vicende personali complesse, si è ritirato dalla musica e risiede a Londra con la compagna Jeanne Marine.
Altri artisti e il loro percorso
Tra i partecipanti alla storica registrazione ci sono anche Bruce Springsteen e Bob Dylan, che oggi hanno rispettivamente 74 e 82 anni. Entrambi continuano a intrattenere le folle in tour in tutto il mondo, mantenendo viva la loro eredità musicale.
- Paul Simon: Cofondatore del duo Simon & Garfunkel, ha annunciato il suo ritiro nel 2018 per dedicarsi alla famiglia.
- Dan Aykroyd: Noto per i suoi ruoli comici e per la musica, ha creato una catena di locali, House of Blues, per promuovere la musica blues.
- Stevie Wonder: Ha continuato a pubblicare nuova musica, anche dopo un trapianto di rene nel 2020, dimostrando che la sua passione per la musica non conosce limiti.
- Sheila E.: Storica batterista di Prince, ha anch’essa continuato a lavorare nel mondo musicale e ha in programma un film biografico sul suo legame con il compianto artista.
L’eredità di “We Are the World”
Tuttavia, non tutti i protagonisti di “We Are the World” sono ancora con noi. Michael Jackson, che avrebbe oggi 65 anni, è scomparso nel 2009 per un’overdose di farmaci, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama musicale. La sua figura continua a generare dibattiti e teorie, ma resta indiscutibilmente una delle icone più influenti della storia della musica.
Ray Charles, pioniere della musica soul, è morto nel 2004, ma il suo lascito vive ancora oggi. La canzone “We Are the World” non è solo un pezzo musicale, ma un simbolo di unità e speranza, che continua a ispirare nuove generazioni di artisti e ascoltatori.