La vincitrice del festival della canzone italiana utilizza un’espressione nel testo La Noia, questo il significato che ha ispirato la canzone.
La figlia dello storico artista italiano Mango ha vinto il festival della canzone italiana. La 74° edizione di Sanremo, condotta anche quest’anno da Amadeus ha presentato picchi di share mai visti, soprattutto per quanto riguarda la prima puntata. A ‘sfidarsi’ nelle ultime serate Geolier e Angelina Mango, con dietro Annalisa e Ghali.
Annalisa a un passo dal podio aveva stregato il pubblico con il tormentone estivo che molto probabilmente ascolteremo già quest’estate, Ghali ha conquistato con il suo testo denuncia per i genocidi in Palestina, ma ad aver scalato il podio è stato Geolier, anche in cima alle classifiche degli ascolti italiani, e Angelina Mango che con la sua energia delicata ha fatto piangere gli italiani in particolare nella serata cover, quando ha cantato il brano del padre, dedicandoglielo per via della sua scomparsa che risale a qualche anno fa.
Dopo un confronto acceso tra pubblico, radio e sala stampa per Geolier in cima alla classifica, alla fine i risultati finali hanno fatto virare la vittoria su Angelina. Questa ragazza ancora molto giovane ha portato sul palco dell’Ariston un testo fresco e significativo al tempo stesso, intitolato La Noia. “È la cumbia della noia“, canta Angelina nel ritornello. Ma cos’è questa cumbia?
Termine non utilizzato spesso in Italia. Con questo termine si indica un genere musicale molto antico, nato nel XVI secolo in Colombia, durante l’invasione spagnola. Gli schiavi africani che lavoravano nelle piantagioni ballavano una danza rituale che veniva chiamata cumbiamba. Giravano attorno a un grande falò in circolo, a ritmo di tamburi e percussioni. Era la danza che sconfiggeva i dolori e la tristezza.
Da iniziale ballo di gruppo, con gli anni la cumbiamba si è evoluta in un vero e proprio ballo di coppia, utilizzato dagli schiavi per corteggiare i propri potenziali partner. Questi ritmi africani incontrarono le melodie delle popolazioni indigene precolombiane, dando vita a un nuovo genere musicale: la cumbia. Arrivata in Italia nel 900 rimase poi un genere di nicchia apprezzato molto da pochi appassionati.
Nel testo di Angelina questa cumbia sarebbe la metafora di un tipo di vita molto più semplice che può apparire appunto ‘noiosa’ ma in realtà molto più genuina. “La noia non va combattuta: è tempo prezioso da dedicare a noi stessi” ha infatti spiegato l’artista. “Nei momenti difficili dobbiamo ballarci sopra”, proprio come accadeva a chi non aveva neanche la libertà.
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