Geolier si appresta a calcare per la prima volta al prestigioso palco dell’Ariston. La sua partecipazione è già molto chiacchierata.
Nato a Napoli il 23 marzo del 2000 Emanuele Palumbo, in arte Geolier in pochi anni si è affermato prepotentemente nel panorama musicale nostrano. Ha esordito nel 2019 e in pochi anni ha ottenuto dischi di platino, ha collaborato con alcuni degli artisti più influenti della musica italiana ed ha dominato le classifiche con le sue hit. La storia di Emanuele ha toccato i cuori di molti, la rapidità con cui è giunto al successo è frutto della sua dedizione nel lavoro e della passione che lo guida nello scrivere e nell’interpretare i suoi brani.
Pensa, scrive e compone nel dialetto della sua città: il napoletano e, grazie ad una voce decisa e melodica veicola messaggi profondi ed importanti. È nato e cresciuto a Secondigliano, un quartiere difficile che gli ha insegnato tanto. Ha iniziato a lavorare presto per non gravare sui suoi genitori. Si è avvicinato al mondo del rap a soli 5 anni quando scopre 50 cent, a 12 anni compone la sua prima canzone facendo freestyle tra i banchi di scuola.
Da lì a poco decide di lasciare gli studi e il lavoro per concentrarsi sulla sua passione: la musica. Lavorava in una fabbrica di lampadari e per suo padre è stato un duro colpo accettare che avesse deciso di lasciare un lavoro sicuro per tentare la via artistica. Non demorde e nonostante tutto decide di provarci, si sente però troppo impacciato e timido per pubblicare un video su YouTube da solo, chiede così aiuto a Nicola Siciliano che ha già esperienza nel settore. È nato così P Secondigliano, ed il successo è esploso. L’amore per la sua città è incommensurabile, anche il suo nome d’arte è un omaggio al suo quartiere, Geolier in francese significa secondino, guardia carceraria, che è anche il nome designato per gli abitanti di Secondigliano.
Nasce così il mito Geolier tanto che viene notato da artisti di spicco del rap, tra cui Luchè. L’ex rapper dei Co’Sang gli propone un contratto con la sua BFM records, nasce così nel 2019 il primo album di Emanuele. Per lui è un sogno che si avvera è cresciuto ascoltando la musica dei Club dogo e dei Co’Sang. A pochi mesi dall’uscita, il disco ottiene il platino. Da quel momento in poi la sua ascesa è inarrestabile.
Il cantante si appresta a calcare il palco dell’Ariston ma nonostante ci sia stato un plebiscito di consensi non sono mancate le polemiche. C’è chi non ritiene giusto che si esibisca cantando in napoletano poiché il regolamento del Festival impone che il testo dei brani in gara debba essere in italiano. Amadeus ha chiarito la questione: “In qualità di direttore artistico ho ritenuto che questa canzone meritasse di essere tra le 30 in gara. Ho scritto il regolamento e l’ho cambiato. O meglio, ho stabilito che la canzone potesse rientrarvi”.
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