G Herbo in carcere: la condanna definitiva

Finisce in carcere al termine di una luna indagine G Herbo,  rapper che conduceva una vita di tenore assoluto ma con denaro rubato

Il rapper G Herbo si è dichiarato colpevole di frode informatica e finanziaria in uno dei casi giudiziari più clamorosi e intricati degli ultimi anni che ha visto il popolare rapper di Chicago alla sbarra con accuse molto pesanti.

Una immagine eloquente che riguarda il caso del rapper G Herbo
Una immagine eloquente che riguarda il caso del rapper G Herbo – Fonte F Herbo Official (velvetmusic.it)

La vicenda è tornata al centro dell’attenzione dopo che una lunghissima indagine che ha fatto luce su un gran numero di transazioni irregolari, in gran parte appoggiate su carte di credito clonate o rubate, che riportavano tutte a G Herbo, il cui vero nome è Herbert Wright. Un caso molto singolare

Video clip con i soldi ‘clonati’

Il processo si era concluso con la decisione del rapper di dichiararsi colpevole nel tentativo di ottenere uno sconto sulla pena definitiva che poteva essere estremamente serio, fino a 25 anni di carcere. A giudicare da quelle che erano le richieste dei della procura federale la condanna definitiva è stata persino mite: quattro anni di reclusione. I giudici hanno accolto la tesi di infliggergli un anno e un giorno di carcere seguiti da 36 mesi di libertà vigilata. Comminata anche una multa di 55mila dollari oltre alla restituzione di quasi 140mila dollari e a una sentenza di confisca beni pari a 140mila dollari.

G Herbo era uno dei personaggi cardinali di una vicenda che aveva al centro dell’attenzione proprio la sua cosiddetta attività artistica. Che presupponeva cene costose, viaggi di lusso, trasferimenti tra elicotteri e jet privati e un gran numero di regali: orologi, gioielli, vestiti firmati, persino cuccioli di razza con un pedigree da campione.

La vicenda è andata avanti per diverso tempo fino a quando i conti economici legati alle carte di credito su cui venivano appoggiati gli acquisti, sono stati bloccati dai legittimi proprietari. Erano tutti conti clonati o hackerati

Oro, capi firmati e mazzette di contanti, gli scatti social di G Herbo
Oro, capi firmati e mazzette di contanti, gli scatti social di G Herbo – Credit G Herbo Press Office (VelvetMusic.it)

In qualche caso alcuni beni di lusso non venivanopagati. E la prima indagine finanziaria riportava proprio un acquisto di lusso, un viaggio in jet privato, dietro il quale c’ea per l’appunto il rapper.

L’indagine, inizialmente, si è tenuta a Springfield, Massachusetts, proprio in considerazione di quella che è stata la prima denuncia per frode, presentata dal proprietario di una linea di jet privati che aveva trasportato in più occasioni G Herbo e il suo staff in Giamaica, dove il rapper aveva trascorso una breve vacanza di lusso, registrando video e ospitando alcuni amici.

G Herbo, l’importante è apparire

A poco a poco l’indagine si è fatta veramente molto seria e i reati sono diventati tutti di carattere federale. Le ultime accuse sono di associazione a delinquere al fine di frode finanziaria e telematica e false dichiarazioni a un funzionario federale.

Secondo quanto ufficializzato dalla procura federale americana di Springfield, e dal firmatario dell’indagine – il procuratore ad interim degli Stati Uniti Joshua S. Levy – G Herbo-Wright “avrebbe ammesso le sue responsabilità nell’utilizzo di informazioni e dati sensibili di account rubati, utilizzati illegalmente e che gli avrebbero garantito una fonte di finanziamento praticamente illimitata”.

Una immagine eloquente che riguarda il caso del rapper G Herbo
Una immagine eloquente che riguarda il caso del rapper G Herbo – Fonte F Herbo Official (velvetmusic.it)

Il procuratore ha anche sottolineato il fatto che l’atteggiamento del rapper era proprio quello di realizzare video e foto finalizzati al mercato dei social network per mettere in luce il suo stile di vita stravagante e sopra le righe così da migliorare la sua immagine agli occhi del pubblico.

Ogni spesa, ogni viaggio, ogni regalo, era documentata sui social attraverso foto, storie e filmati. Al punto che il procuratore, a un certo punto, ha espresso dubbi non tanto sulle qualità morali dell’operazione quanto sui suoi contenuti artistici: “L’impressione era che i video servissero unicamente a dimostrare una gran quantità di traffico di denaro la cui provenienza era comunque totalmente illecita”.

Rischiava 25 anni di carcere federale

G Herbo né il suo collegio di avvocati al momento della conferma della condanna al carcere hanno rilasciato dichiarazioni.

Il socio e amico di G Herbo, Antonio Strong, si è invece dichiarato non colpevole. E dunque affronterà tutto il procedimento.