Arresti domiciliari fino al processo per Duane “Keffe D” Davis, l’uomo accusato dell’omicidio di Tupac Shakur in attesa di giudizio
Il giudice ha stabilito che Duane “Keffe D” Davis potrà lasciare il carcere per restare agli arresti domiciliari fino all’inizio del processo, fissato per la prima settimana di giugno.
Si tratta del primo atto ufficiale con cui di fatto si apre uno dei procedimenti penali più attesi degli ultimi anni, quello che dovrà decidere le responsabilità dell’omicidio di Tupac Shakur – a oggi ancora irrisolto.
Duane Keith “Keffe D” Davis si è dichiarato non colpevole dell’accusa di omicidio per l’assassino di Tupac Shakur, avvenuto nel 1996. Anni e anni di indagini completamente sbilanciate e male organizzate, la morte di alcuni dei testimoni chiave e di un paio di sospettati hanno finito per incanalare su una strada chiusa l’inchiesta causando un enorme imbarazzo alle autorità inquirenti di Las Vegas e alla polizia di stato del Nevada.
Poi improvvisamente il colpo di scena. Attraverso una serie di intercettazione e con una lentissima rilettura di alcune prove e testimonianze raccolte venticinque anni prima ed evidentemente tenute in scarsa considerazione, Duane Davis, finisce in manette. E in arresto resterà fino alla data del processo: gli verranno consentiti solo gli arresti domiciliari e verrà monitorato con il braccialetto elettronico alla caviglia.
Il tutto dietro il pagamento di una cauzione che il giudice ha fissato in 750mila dollari. Cifra che gli avvocati di Davis hanno riferito che sarebbe già disponibile.
I pubblici ministeri si sono opposti fino all’ultimo momento a questa decisione sostenendo in modo molto eloquente e clamoroso che il rilascio di Davis prima del processo avrebbe potuto mettere in pericolo i testimoni. Una chiamata in prigione registrata tra l’imputato e suo figlio suggeriva che ci fosse una sort di via libera per mettere a tacere tutte le persone chiamate a testimoniare dall’accusa. Marc DiGiacomo e Binu Palal, procuratori dell’accusa hanno spiegato che… “la preoccupazione è notevole, tanto da indurre il governo federale a intervenire e a fornire risorse ad almeno un testimone perché potesse cambiare residenza e restare sotto protezione”.
La cauzione che i difensori di Davis chiedevano era ‘popolare’: 100mila dollari. Ma il giudice ha considerevolmente alzato la richiesta per garantirgli il ritorno a casa.
Secondo il calendario reso noto dal tribunale di Las Vegas, il processo a carico di Duane “Keffe D” Davis per la morte di Shakur inizierà il 3 giugno 2024. Davis è stato arrestato per la prima volta e accusato di omicidio alla fine di settembre 2023, quasi 27 anni dopo che Shakur è stato colpito a morte in una sparatoria a Las Vegas.
La polizia ha detto che Davis non è stato il responsabile dell’omicidio, non l’uomo che ha premuto il grilletto. Ma che era il leader del gruppo, quello che ha creato e organizzato i presupposti per l’omicidio.
Davis è anche l’unico sospettato sopravvissuto rimasto nel caso. Il nipote di Davis, Orlando Anderson, probabilmente l’esecutore materiale, morì in una sparatoria due anni dopo l’uccisione di Shakur. Anche altri due sospettati, Terry Brown e Deandrae Smith, morirono ancora prima di essere accusati.
Lo stesso Davis aveva affermato in diverse interviste di essere stato sulla scena del crimine e in un episodio di Death Row Chronicles, una inchiesta giornalistica andata in onda su BET che cercava di fare luce sull’omicidio, aveva ammesso di sapere chi aveva ucciso Shakur ma che non lo avrebbe mai rivelato per salvarlo dalla ritorsione delle gang.
Davis ha anche scritto dell’omicidio nel suo libro di memorie Compton Street Legend nel 2019. Nel libro, Davis ha ricordato Shakur che era sceso in macchina per prendere una pistola: “Ed è stato allora che sono iniziati i fuochi d’artificio – ha scritto Davis nel suo memoriale – uno dei miei ragazzi dal sedile posteriore ha afferrato la Glock e ha iniziato a rispondere al fuoco”.
Fatti che ora dovrà ricostruire in tribunale davanti al giudice e alla giuria. La famiglia del rapper scomparso sta seguendo il processo nei minimi dettagli con uno staff di avvocati di altissimo livello.
Davis si è inizialmente dichiarato non colpevole di omicidio di primo grado. La procura in un secondo momento ha ufficializzato che non avrebbe chiesto la pena di morte, che in Nevada è ancora contemplato dall’ordinamento penale, per l’omicidio di Shakur.
Davis è rimasto dietro le sbarre senza cauzione dal giorno del suo arresto. Potrebbe tornare a casa la prossima settimana.
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