La storia di We Are the World, considerate il singolo di Maggiore successo nella storia del pop fa ancora notizia
Sono passati quasi 40 anni. Ma We Are the World, classico immortale del pop scritto da Michael Jackson e Lionel Richie per la produzione e direzione dell’immenso Quincy Jones, resta una pietra miliare nella storia della produzione discografica.
Anni molto lontani dai nostri per come era organizzato il business della musica: magari meno frenetici ma sotto un certo aspetto più umano.
Erano gli anni della violenta carestia che aveva messo in ginocchio tutta la parte più debole del continente africano sul quale stava per abbattersi un’altra calamità con il quale l’Europa cominciava a confrontarsi in un clima generale di terrore e preoccupazione, l’Aids. Bob Geldof, artista alla guida dei Boomtown Rats, uomo molto impegnato da un punto di vista politico e sociale, decide di fare qualcosa partendo dall’Inghilterra e in vista del Natale 1984 convoca tutti i maggiori cantanti e produttori dell’epoca.
Nasce Do The Know it’s Christmas, brano cantato da una parata di stelle senza precedenti scritta insieme a lui da Midge Ure degli Ultravox. É un successo senza precedenti. Il brano che annovera tra gli altri Simon Le Bon, George Michael, Boy George, Bono e Phil Collins, si piazza alla numero #1 della chart britannica per tutte le vacanze di Natale. Il disco, uno dei più venduti di sempre per il mercato del Regno Unito, raccoglie una cifra formidabile da destinare in beneficenza alle persone africane colpite dalla carestia.
L’esempio scatena la concorrenza del mondo rock e pop americano che si riunisce per registrare We Are the World. All’appello di Michael Jackson, Quincy Jones e Lionel Richie rispondono tutti i più grandi. Bruce Springsteen, Smokey Robinson, Ray Charles, Billy Joel, Cyndi Lauper, Dionne Warwick, Bob Dylan, Stevie Wonder, Tina Turner e Huey Lewis. Solo per citare una minima parte dello straordinario stuolo di protagonisti.
Il brano riesce non solo a scalzare Do They Know it’s Christmas dalla classifica dei brani più venduti dell’intero anno ma diventa un motivo di traino per un’altra raccolta benefica che poi si concretizzerà nel più grande spettacolo di tutti i tempi.
La storia, perfettamente ricostruita dal recente docufilm Bohemian Rhapsody, si trasferisce per due show monumentali a Wembley e Philadelphia con una immensa raccolta fondi, la più grande di sempre. A oggi questi due concerti restano il più grande evento musicale di sempre diffuso in diretta televisiva.
We Are the World incassò quasi 70 milioni di dollari, una enormità se viene paragonata alle cifre e ai dati di oggi. La straordinaria nottata che portò alla registrazione del brano e alla realizzazione del disco diventa oggi un documentario.
Il film, diretto da Bao Nguyen, si intitola The Greatest Night in Pop e ricostruisce come Michael Jackson e Lionel Richie abbiano composto We Are the World riunendo a uno a uno in molti casi con un’iniziativa di carattere del tutto personale alcuni dei più grandi artisti di sempre pur di convincerli a eseguire insieme dal vivo la loro canzone in studio.
I video illustrano l’arrivo di uno stremato Bruce Springsteen, che arriva in auto, completamente senza voce, dopo avere tenuto un concerto. Ma anche filmati e interviste del tutto inedite svelando alcuni dettagli molto interessanti.
Nel trailer Lionel Richie per esempio spiega che l’idea di We Are the World non è arrivata né da lui né da Michael Jackson. Ma da Harry Belafonte che voleva scrivere una canzone per raccogliere fondi per alleviare la fame in Africa. Anche Belafonte, recentemente scomparso, parteciperà alla registrazione di We Are The World, quattro Grammy Awards e un American Music Award.
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