I documentari sulla morte di Michael Jackson rivelano nuovi particolari non del tutto note sulla fine del re del pop e scatenano nuove polemiche
La morte di Michael Jackson è stata sicuramente uno degli episodi che ha maggiormente segnato la storia della musica pop.
Anche se ormai sono passati già quasi 15 anni dal decesso del Re del Pop, avvenuta a causa di un malore nella sua residenza di Neverland in California, su questo episodio sono stati scritti moltissimi trattati e diversi libri.
La morte di Michael Jackson
La tragica fine di Jackson era stata oggetto anche del film Killing Michael Jackson il cui stesso titolo è già qualcosa di più di una semplice ipotesi. Il film distribuito nel 2019 è andato in onda anche in Italia. Ora tuttavia ci sono ulteriori testimonianze in parte suscitate da un ulteriore docufilm, Who really Killed Michael Jackson andato distribuito a fine anno.
Molti hanno avvicinato la morte del re del pop a quella di Maradona, il Pibe de Oro per la quale è in corso una indagine che prosegue da tempo e che a breve dovrebbe portare a un processo nei confronti dei medici che lo avevano in cura.
Questi ultimi documentari non solo fanno leva sugli atti dell’autopsia ma anche su alcune perizie private che farebbero luce su diversi aspetti inediti che riguardano la morte del cantante.
Killing Michael Jackson, diretto e prodotto dalla ZigZag Films, compagnia indipendente che ha realizzato diversi film estremamente vivaci su numerosi argomenti di attualità – dalla casa reale inglese, a inchieste su personaggi del mondo sportivo e musicale – aveva destato parecchio scalpore sui social media. Dopo la sua pubblicazione erano venute fuori nuove testimonianze, alcune delle quali avevano infastidito non poco la famiglia del cantante che gestisce tutt’oggi la fortuna multimiliardaria del cantante, che sta registrando incassi da record dopo la sua morte improvvisa.
Tra documentari e testimonianze
Il documentario aveva rivelato aspetti piuttosto controversi sull’autopsia di Jackson partendo da numerose cicatrici evidenziate sul suo corpo proprio durante l’esame post-mortem. Secondo il documentario, il Re del Pop era completamente calvo, un dettaglio tenuto nascosto anche dopo la sua morte.
Michael Jackson utilizzava alcune parrucche che agganciava direttamente al cuoio capelluto. Numerose le cicatrici che hanno evidenziato anche interventi chirurgici piuttosto estesi di carattere estetico. Segni all’attaccatura delle orecchie, ma anche su naso, polsi e braccia oltre che alla base del collo.
I primi interventi si resero necessari quando Michael Jackson rimase vittima di un incidente sul palco con una fiammata chimica che lo ferì al volto, alla mano e al fianco destro provocandogli ustioni di una certa importanza.
La morte improvvisa di Jackson all’età di 50 anni risale al 25 giugno 2009 e ha provocato una intensa emozione in tutto il mondo. Il documentario Killing Michael Jackson conferma le responsabilità dei medici che avevano preso in cura privatamente il cantante con massicce dosi di farmaci, in particolari antidolorifici e sedativi, che consumava in modo estremamente massiccio.
Una morte tragica che non cancella le ombre intorno alla sua morte ma anche alla sua vita, con nuove accuse di abusi che si sono concretizzate negli ultimi giorni in una nuova denuncia nei confronti della sua società di produzione da parte dei suoi due grandi accusatori Wade Robson e James Safechuck.