Interessantissima chiacchierata con Senhit un’artista versatile e poliedrica delle cui qualità all’estero si sono accorti subito, in Italia magari meno
Prima dei contenuti di una bella intervista, una chiacchierata di una ventina di minuti fuori dallo schema artista-giornalista, dove due appassionati parlano di musica, vale la pena porre un paio di note a margine. Una sorta di ‘bugiardino’.
Se in Italia non avete sentito parlare spesso di Senhit, non è colpa vostra. É che Senhit non fa i talent show, non monopolizza i social. Lavora, suona, canta, viaggia e promuove quello che fa in modo molto garbato. Chiedendo le cose per piacere e con educazione. Quindi è la persona più difficile da promuovere in un paese come il nostro dove se sembri sei e se sei davvero difficilmente avrai. É stato un vero piacere parlare con lei. E ora, partendo dall’inizio…
Senhit sale sul palco dell’Eurovision 2021 rappresentando San Marino. Al suo fianco c’è Flo Rida, un colosso, un guru. ‘Disgraziatamente’ vincono i Maneskin. E tutti parleranno praticamente solo di loro: “Tra San Marino e Italia c’è sempre stata una sorta di incomprensibile faida per cui all’Eurovision loro non votano Italia e gli italiani non votano San Marino. Ma io avevo una gran bella canzone, un partner d’eccezione e mi sono divertita da morire. Alla fine posso solo dire di avere centrato il mio obiettivo. Divertirmi e farmi conoscere da un pubblico che fosse il più ampio in assoluto. Flo Rida è stata una grande sorpresa. Io per prima sono rimasta molto colpita dalla sua presenza sul palco. Un’esperienza grandiosa…”
Senhit e Flo Rida in Adrenalina all’Eurovision 2021
Nona in semifinale Senhit chiuderà 22esima nell’edizione dominata da Zitti e Buoni. Ma la sua interpretazione in finale insieme a Flo Rida è una delle cose più belle della serata. Infatti Adrenalina, cantata in inglese, diventa oggetto del desiderio delle radio straniere. Viene remixata da nomi importanti, trasmessa un po’ ovunque. Stati Uniti compresi. Ma non in Italia.
Un prodotto più internazionale che italiano
Paradossalmente, all’estero, il secondo successo italiano più importante del 2021 dopo i Maneskin è proprio Senhit. Ma di lei qui da noi si parla poco. Perché? “Non farmelo dire, nel senso che ho smesso di farmi problemi sulle cose che non posso controllare. Io faccio del mio meglio. A muovermi è sempre la curiosità, l’interesse per tutto quello che è nuovo e che mi interessa. Sono onnivora. Ascolto di tutto, mi piace pensare di poter cantare qualsiasi catturi la mia attenzione. Ammetto che forse dal punto di vista del marketing questo non mi abbia ripagato abbastanza”.
Intanto però all’estero tutti si ricordano di lei. Le parliamo mentre è a New York a prendere accordi per una data attesissima che la vedrà protagonista al Dollar Bill, splendido locale underground di Brookylin: “L’idea era quella di fare un tour che non fosse un tour. Volevamo creare occasioni di festa e di incontro in locali accoglienti, a dimensione umana. La cosa mi piace moltissimo. Sotto un certo aspetto anche questo progetto nasce proprio da quello che abbiamo seminato con l’Eurovision”.
Il tour parte il 17 gennaio da Madrid. Poi Barcellona, Parigi (la splendida sala Badaboum), Colonia, Belgrado, Stoccolma, Vienna, Amsterdam, Londra e infine New York. É un passo portante che promuove il suo ultimo capitolo. Senhit con umiltà ma con un risultato davvero brillante, si è misurata con un classico mostruoso. I Am What I Am di Gloria Gaynor.
Il video, bellissimo nella sua semplicità, è stato girato tra Piazza Maggiore e i porticati di Bologna ma di fatto è il prodotto di uno sforzo globale e multilaterale. La clip presenta la divertentissima connessione tra i ballerini, in piazza, e i cinque cori collegati in rete. Il Komos di Bologna, il Johannesburg Queer Chorus, l’OurSong di Atlanta il Serial Singer Gospel Choir e il Sing Out di Bristol.
La versione di Senhit di I Am What I Am
Una scelta non banale ma nemmeno casuale: “Sono da sempre molto sensibile a tutto quello che riguarda i diritti delle comunità LGBTQ+. Ne ho fatto un motivo di crescita personale ma soprattutto di confronto. Questa canzone è stata scelta come inno non casualmente. Non è solo il testo giusto, cantato da un monumento come la Gaynor che ha fatto di tutte le sue scelte artistiche un messaggio di integrazione e di socialità. I Am What I Am è anche un brano che ispira libertà, benessere, diritto di scelta, divertimento, autodeterminazione e l’ambizione di essere quelli che si è. Assurdo che questa cosa oggi debba essere difesa come un diritto. Se non è un diritto scegliere ciò che si vuole essere, di quali altri diritti dovremmo parlare? Se c’era una canzone che volevo cantare era questa: ed è venuta proprio come volevo io. Ne sono molto orgogliosa”.
In questo viaggio continuo Senhit (di cognome Zadik, nata a Bologna da genitori di radice eritrea) esplora con curiosità ogni opportunità che si presenta. E questo per lei significa anche non fare sempre le scelte che si dovrebbero fare. Ma perseguendo quelle che la divertono: “Ho lavorato nei grandi musical, ho inciso tre album. Poi quando non c’erano più le condizioni per produrre album mi sono messa a lavorare sui singoli, in modo frenetico. Mi piaceva l’idea di microprogetti che mi rienventassero a ogni giro. E non mi sono davvero mai fatta mancare niente”.
Anche perché… “Se penso che questo non si può fare, che quest’altra cosa è cambiata, che quella in Italia non funziona e che quest’altra potrebbe essere un rischio, sto fresca. Non puoi vivere questo mestiere ponendoti dei paletti o vivendo le scelte con la paura di fare. Amo viaggiare. E ciò che amo del viaggio è la libertà del viaggio stesso. Spostarmi da un progetto all’altro in modo costante e continuo, evolvermi, fare le cose che amo con le persone che amo. Non sempre questo incontra i gusti o i tempi del mercato. Pazienza. Non ho alcuna intenzione di farmene una colpa”.
Quasi pesa farle la solita domanda, che suona un po’ come il conto alla fine di una cena che avresti preferito ti venisse offerta. Hai programmi televisivi? Ti vedremo in uno dei tanti talent che ci dicono stanno salvano la musica dallo sprofondo?
Per fortuna Senhit coglie l’ironia, e ride: “Anche no grazie… mi hanno contattato e proposto alcune cose. Ma non è una destinazione che ho intenzione di inserire nel mio viaggio. Continuerò a buttarmi nelle cose a capofitto e con curiosità. Non conosco altro modo di fare questo mestiere”.
Senhit nel 2011 all’Eurovision con Stand By
Se date un’occhiata ai video di Senhit avrete una dimostrazione di quanto scritto. Il 90% dei messaggi e dei commenti sono in inglese, di un pubblico che la segue da ogni parte del mondo. Un limite? “Anche qui… io non posso né voglio pensare al negativo. Se no strippo. Mi piace pensare che il pubblico sia globale e che porre condizioni diverse a seconda dei confini sia una limitazione. Eurovision mi ha portato l’ambizione di vedere le cose secondo un progetto più ampio. É stato molto formativo. Ho intenzione di proseguire su questa strada”.
A dimostrazione di ciò che avete letto, chi vuole può verificare la qualità della merce.
Senhit domenica 17 dicembre suona con una band strepitosa al DumBo Binario Centrale di Bologna. Pop e soul in salsa speziata con digressioni nel rock e nel funky spaziando tra i suoi singoli più conosciuti. Certamente non mancheranno Adrenalina, FREAKY! – presentata nell’ambito degli Eurovision Home Concerts del 2020 in piena pandemia – oltre a Try To Love You e Pow: ma anche quelli meno noti. Tra questi speriamo che Senhit rispolveri anche Stand By, rassicurante capolavoro pop molto americano scritto dalla italianissima Radiosa Romani e presentata sempre per San Marino all’Eurovision del 2011. Canzone splendida, eliminata in semifinale da brani davvero orrendi. Chissà con che coraggio…
In scaletta a Bologna non mancheranno le cover curiose che Senhit ama rivisitare e rivestire di luce nuova tra le quali anche la sua nuova versione di I Am What I Am.
Senhit sarà accompagnata da Lele Leonardi (chitarra), Dado Neri (basso), Luciano Galloni (batteria), Michele Papadia (tastiere), Vincenzo Fontes (synth ed elettronica), Massimo Zanotti (trombone), Gabriele Bolognesi (sax), Daniele Giardina (tromba) e Alessandro Cosentino (violino).
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