I CCCP rappresentano una scheggia impazzita di un passato molto difficile da ricreare che in qualche modo a sorpresa rivive
Sono passati anni. E sembrano passati secoli. I CCCP erano una realtà difficilmente descrivibile e rappresentabile in Italia, una delle tante schegge impazzite che il punk aveva declinato qui da noi in modo assolutamente imprevedibile.
La band italiana guidata da Giovanni Lindo Ferretti e dal chitarrista Massimo Zamboni portava in scena con grande senso della provocazione un futuro che da lì a qualche anno sarebbe imploso. Quello della vecchia Unione Sovietica. E per questo si era ribattezzata CCCP.
CCCP, punk filosovietico in salsa emiliana
Nostalgici prima ancora che la nostalgia avesse un senso. I CCCP Fedeli alla Linea, collettivo che ha coinvolto almeno una trentina tra musicisti e performer ma che soprattutto hanno incluso Danilo Fatur e Annarella Giudici, vive dieci anni intensissimi in una frenetica attività artistica illustrata da quattro album in studio e un live.
Paradossalmente saranno molte di più le raccolte di materiale inedito non raccolto discograficamente in un mondo che stava cambiando progressivamente dall’analogico al digitale.
Una band che come altre, forse più di ogni altra, ha fortemente influenzato quel panorama indie italiano dal quale poi sarebbero nate band tutt’oggi estremamente attive come gli Afterhours di Manuel Agnelli, o i Subsonica. E ancora Ministri, Marlene Kuntz, Luci della Centrale Elettrica, Tre Allegri Ragazzi Morti.
Anche se dire che i CCCP assomigliassero a qualcosa o che qualcuno li ricordi è una contraddizione in termini. Essendo scheggia impazzita i CCCP non assomigliavano a nulla. E nessuno può pensare di farli rivivere: se non i CCCP stessi. E infatti a distanza di oltre trent’anni dal loro scioglimento e da una vita che li ha portati su direzioni letteralmente opposte da un punto di vista artistico sociale e politico, hanno deciso di scrivere un’ultima pagina tutti insieme.
L’inizio della fine
L’implosione dei CCCP nasce da un episodio ancora oggi molto controverso e discusso. La band più dura, pura e fedele alla linea nel 1986 firma un contratto nientemeno che con la Virgin, una global company. Il grande nemico. Inutile dire che il gruppo perde l’affetto e la condivisione di un pubblico che li riteneva inattaccabili dal mercato.
Ma è anche vero che questo crea i mezzi per un secondo album indimenticabile, Socialismo e Barbarie, un capolavoro, creando gemme di valore assoluto come Amandoti, scritta da Zamboni per la voce di Annarella Giudici che diventerà un classico del repertorio di Gianna Nannini e che Manuel Agnelli imporrà niente meno che ai Maneskin. Dall’omologazione arriveranno altri due album: e un certo successo. I CCCP cominceranno persino a produrre video che li porteranno su MTV e Video Music. Niente è più come prima. Zamboni lascia per restare fedele alla linea. Ferretti fonda i CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti) e inizia un lungo percorso non sempre coerente.
Veniamo ai giorni nostri. Due anni fa, alla presentazione milanese del suo libro La trionferà – splendido – a una domanda di chi scrive, e cioè se i CCCP si sarebbero mai riformati, Zamboni risponde testualmente… “Al momento credo sia molto più facile perseguire altri obiettivi impossibili. Tipo l’unificazione delle due Coree”. E invece…
La fine dall’inizio
I CCCP ancora una volta sorprendono. Ferretti, Zamboni, Fatur e Annarella Giudici torneranno insieme addirittura per tre concerti. Purtroppo non in Italia ma a Berlino, a pochi chilometri da dove registrarono il loro epocale Live in Punkow. Qualcosa di molto più sostanziale rispetto ai due mini-show del 21 e 22 ottobre al Teatro Valli in cui i quattro hanno messo in scena una sorta di rimpatriata. Nessuna concessione ai brani più conosciuti e famosi. Scaletta breve e intransigente. Con un paio di momenti di eccellenza assoluta: inclusa una versione di 11’ di Emilia Paranoica.
L’apertura dello show del Teatro Valli affidata ad Annarella
Inizialmente gli spettacoli in Germania dovevano essere due, 25 e 26 febbraio. A questi ora si aggiunge una terza data.
Il comunicato della band
“Vista la disponibilità di Astra Kulturhaus per la sabato 24 febbraio e il grande interesse riscontrato nel pubblico che vorrebbe condividere CCCP in DDDR con noi, abbiamo deciso di aggiungere una terza e ULTIMA data alle due già fissate e andate sold out in pochi minuti. Suoneremo il nostro punk filosovietico nella vecchia Germania Est smantellata. Nessun luogo migliore di questo, in una capitale di crolli e resurrezioni, può restituire un pugno di canzoni che cambiano la vita”.
I biglietti sono in vendita da oggi alle 11. In prima fila per aggiudicarsi i biglietti le centinaia di persone in lista d’attesa per i due show già esauriti”.
Proseguirà intanto fino all’11 febbraio 2024 la grande mostra ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia “FELICITAZIONI! CCCP – Fedeli alla linea. 1984 – 2024”, prodotta e organizzata dalla Fondazione Palazzo Magnani e dal Comune di Reggio Emilia.
Una mostra che tra video, immagini, foto, esposizioni di costumi di scena e strumenti consente di rivivere un’epoca davvero irripetibile.