L’enorme successo personale e non solo artistico di Taylor Swift coincide con una clamorosa vittoria che farà giurisprudenza per tutti gli artisti
In queste ultime settimane tutti hanno sottolineato l’incredibile valore economico, ancora più che artistico, del successo di Taylor Swift.
La cantautrice americana, che si appresta a tornare in Italia dopo 10 anni di assenza con due spettacoli, già praticamente sold out, in programma allo Stadio di San Siro a Milano il 13 e il 14 luglio del prossimo anno, si avvia a entrare nei database statistici della musica internazionale come l’artista con il tour di maggiore successo di sempre.
Taylor Swift, i numeri dell’Era’s Tour
Il suo Era’s Tour diventerà il concerto più redditizio di tutti i tempi non appena inizierà il suo segmento asiatico superando il miliardo e mezzo di dollari di incasso che, con l’estensione in Europa in programma da primavera all’estate prossima, potrebbe puntare addirittura al raddoppio. Tre miliardi di dollari in diciotto mesi di tour e circa 120 concerti. Solo per quanto riguarda i biglietti venduti. Senza contare l’enorme successo legato al merchandising e alla distribuzione di album e singoli.
In tutto questo, però, spicca un successo che è ancora più clamoroso ed è di natura giuridica. Da qualche settimana, infatti, Taylor Swift sta ripubblicando uno dopo l’altro tutti i suoi i primi sei album.
Una decisione senza precedenti che è stata accolta a braccia aperte dal pubblico e che denota una scelta ben precisa che vale la pena di spiegare nei dettagli.
Il braccio di ferro di Taylor Swift
Tutto dipende da un lunghissimo braccio di ferro tra Taylor Swift e Scott ‘Scooter’ Brown, potente imprenditore considerato il numero 1 dei manager musicali internazionali nel mondo.
Da molto tempo, infatti, Taylor Swift rivendicava i diritti delle registrazioni dei master dei suoi primi sei album che, a causa di un accordo capestro, aveva ceduto in esclusiva alla Ithaca Holdings. Braun, fiutato l’affare si fece finanziarre per acquisire la Ithaca che poi aveva successivamente venduto in un secondo momento a una società finanziaria, la Shamrock Holdings, un fondo fiduciario che in questo momento vanta tutti i diritti di sfruttamento sui dischi di Taylor Swift.
Un investimento finanziario in piena regola. Del quale però la cantautrice è rimasta ostaggio. Taylor Swift affrontò la questione a viso aperto con una dichiarazione storica: “Evidentemente questa persona è convinta di avermi comprato. E pensa di poter sfruttare così il mio lavoro, i miei video, le mie canzoni, il mio prodotto artistico. Io invece rivendico la libertà di essere padrona di quello che scrivo. E che quella che è la mia arte non sia proprietà di nessuno e per nessun motivo”.
La Taylor Version
Con una scelta molto coraggiosa che ha spalancato una porta incredibile a tutti gli artisti al centro di dispute con le proprie case discografiche e società editrici, Taylor Swift ha deciso così di registrare di nuovo a una a una tutte le versioni dei suoi primi sei dischi. Immutato il titolo, con una sola dicitura in più: Taylor Version, evidenziata sulla stessa copertina anche nelle varie versioni digitali. Le canzoni, di fatto, sono identiche, proprio quelle che la gente aveva acquistato all’origine. Con poche ma sostanziali differenze che, di fatto, rendono i dischi rieditati una semplice seconda edizione, aggiornata e ripubblicata.
Taylor Swift ha sottolineato ad ogni pubblicazione i motivi che l’avevano spinto a una decisione tanto dirompente. E il pubblico ha capito e l’ha premiata. Acquistando nuovamente i dischi della cantante anche se si trattava di un prodotto quasi del tutto identico all’originale.
Con questa decisione, il pubblico si è schierato dalla parte della propria beniamina. Non solo. I brani rieditati nella loro nuova versione, sono adesso distribuiti su tutte le piattaforme digitali. E in questi ultimi mesi è stato molto evidente l’atteggiamento da parte del pubblico che ha ignorato le prime versioni preferendo lo streaming di quelle rieditate. Un superlavoro per Taylor Swift che a ottobre ha pubblicato la propria nuova versione di 1989, uno dei suoi album più amati e di maggiore successo.
La cosa singolare è che la nuova versione è andata al primo posto in classifica anche tra chi aveva già acquistato la sua versione originale. Un doppio successo commerciale e morale da parte di Taylor. Che a giorni potrebbe annunciare la Tyalor’s Version di Reputation pubblicato nel 2017 e non ancora rimasterizzato.
Questa la dichiarazione pubblica di Taylor Swift quando si scagliò contro Braun
Throwback to when Taylor Swift ended Scooter Braun with ease
pic.twitter.com/8u0jb4brxF— Taylor Swift Facts (@TSwiftFTC) August 22, 2023
“L’artista ha il diritto di gestire la propria arte”
Quando gli è stato chiesto il senso di questa sua iniziativa così determinata Taylor ha risposto in modo molto semplice: “Perché credo che l’autore e l’artista abbiano tutto il diritto di mantenere la proprietà di quello che registrano sempre e comunque finché non decidono diversamente.”
Da sottolineare che Taylor aveva sempre chiesto di poter acquisire il proprio archivio. E che nessuno di Ithaca così come degli imprenditori che avevano acquistato il suo catalogo, l’aveva mai contattata. Scooter Braun incluso. Di qui la decisione. Azzerare il valore di quel catalogo e per crearne uno nuovo.
Si tratta di un caso che ha veramente del clamoroso e che potrebbe fare giurisprudenza anche per gli anni a venire.
Il caso di Prince
In passato molti artisti erano entrati in durissimo contrasto con le case discografiche. Basti pensare a Prince che per lungo tempo decise di non firmare più le proprie canzoni con il suo nome d’arte, sostituendolo con un simbolo e una sigla: TAFKAP, The Artist Formerly Known As Prince. Proprio questo era il motivo del contendere anche per lo straordinario genio di Minneapolis, scomparso in modo improvviso ormai sette anni fa. Essere libero di poter pubblicare le proprie canzoni senza dover sottostare ai contratti rigidissimi previste dalle società di distribuzione.
Un pesante contraccolpo
Il caso di Taylor Swift è diventato un clamoroso contraccolpo in termini di immagini anche per il potentissimo Scooter Braun che nel corso degli ultimi mesi sta incassando una serie di eventi negativi senza precedenti per quello che fino a qualche tempo fa era considerato un impero intoccabile. Quasi tutti gli artisti più quotati della sua fortissima scuderia, infatti, lo stanno abbandonando. Questa settimana Ariana Grande e Demi Lovato hanno deciso di rompere un sodalizio che durava da molti anni, addirittura dieci nel caso della Grande. Il suo cliente più noto, Justin Bieber in esclusiva con la sua SB Project fin dal 2008, sembra anche lui sul punto di divorziare.
Incredibile poi l’impatto che tutta questa vicenda ha avuto sui social, soprattutto negli Stati Uniti. In Italia, per la verità, la vicenda è stata seguita in modo molto più blando. Ma dopo il braccio di ferro di Taylor Swift, e la decisione di molti artisti di abbandonare la scuderia di Braun, tantissimi altri artisti hanno deciso di pubblicare sui social il proprio divorzio dal manager.
Una riga uguale per tutti: “Ci siamo separati da Scooter Braun e non abbiamo più nulla a che fare con lui”.
La cosa bizzarra è che lo stesso tweet viene pubblicato anche da artisti e musicisti mai rappresentati da Braun. Stessa frase, ma con una postilla… “Non è mai stato il mio manager, ma so che non vorrei mai avere niente a che fare con lui”. Questo genere di messaggio su Twitter è diventato virale e molto spesso prende vita dai fan degli artisti. Non ha dunque caratteri di ufficialità ma assume uno specchio molto curioso e fedele di quella che è la realtà di questi ultimi giorni.