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Killing Joke, addio a Geordie Walker: influenzò Nirvana e Metallica

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Il suo ultimo spettacolo alla Royal Albert Hall con i Killing Joke, una delle band più influenti nella storia del punk

Definire i Killing Joke è davvero molto difficile. Nati nei primi anni ’80 come una scheggia impazzita del punk, sotto la guida di tre personalità estremamente distinte e differenti come quelle di Jaz Coleman, Youth e Geordie Walker, la band fu uno dei gruppi che ha contribuito in modo determinante alla formazione di numerose superstar.

Killing Joke, il chitarrista Geordie Walker: aveva 64 anni – Credits Stefano Benzi (VelvetMusic.it)

 

Dave Grohl suonò con loro, eseguendo più volte alcuni classici del loro repertorio inglese, citandoli come influenza personale, sia nei Nirvana che nei Foo Fighters.

Kurt Cobain confessò di avere ‘rubato’ uno dei suoi riff. E poi Metallica, Soundgarden, Faith no More, Muse, Placebo, Queens of the Stone Age, Nine Inch Nails hanno spesso citato i Killing Joke come una delle loro band di riferimento. Oguno di questi supergruppi ha inserito nella propria scaletta almeno un brano dei Killing Joke. Dei quali Geordie Walker è stato fondatore, guida artistica e chitarrista per quarant’anni.

Killing Joke, Geordie Walker stroncato da un ictus

La notizia della morte di Kevin ‘Geordie’ Walker è di ieri. Aveva 64 anni. La conferma è arrivata anche dagli account della band, con una brevissima dichiarazione. Una conferma rispetto a quanto annunciato inizialmente dall’ex batterista del gruppo, che con lui l’aveva aveva suonato per diversi anni, Martin Atkins.

I due erano ancora grandissimi amici. Atkins aveva fondato con lui i The Damage Manual: per l’ultimo saluto ha postato uno dei loro brani scrivendo… “Devastato, Geordie è morto”.

Il chitarrista sarebbe stato stroncato improvvisamente da un ictus, a Praga, la città dove ormai viveva da alcuni anni insieme alla sua seconda moglie e alla loro figlia, sei anni. Qui aveva dato vita a uno studio di registrazione, il Faust, nel quale produceva – spesso gratuitamente – album e gruppi semisconosciuti che non trovavano soldi o etichette per la distribuzione.

Praga non era una scelta causale. Lì aveva scelto di vivere ormai da anni anche Jaz Coleman, cantante e frontman della band: e qui il leader dei Jokes alternava la sua visionaria opera di musicista contemporanea dirigendo la locale orchestra filarmonica, suonando musica classica e operistica. I Killing Joke erano la loro creatura, folle e imprevedibile.

Un muro di suono…

Geordie Walker era un’autentica leggenda. Il suo sound era davvero unico nel suo genere: con la sua Gibson ES-295 era in grado di produrre senza alcuno sforzo e in modo sempre molto distaccato e cool un muro di suono impressionante e rabbioso, distintivo della band che ha influenzato alcuni dei più importanti gruppi nati dalle ceneri del punk.

I musicisti che si sono detti influenzati da lui sono decine: impressionante il numero di messaggi affettuosi che lo riguardano. Il lavoro dei Killing Joke cominciò da Cheltenham, dopo che Walker rispose a un annuncio di Jaz Coleman. Il loro primo album pubblicato nel 1980 è una pietra miliare nella storia del rock britannico.

Al gruppo si aggiunsero Paul Ferguson e Martin “Youth” Glover. Il resto è storia. Un successo mondiale. Poi Youth che decide di lasciare il gruppo per diventare uno dei produttori di maggior successo a livello assoluto, la band che prima si scioglie, poi si rifonda con Paul Raven al basso.

Geordie Walker, 15 album con i Killing Joke – Credits Stefano Benzi (VelvetMusic.it)

 

La morte di Raven nel 2007, stroncato improvvisamente da un infarto a soli 46 anni, rimette la leggendaria band insieme per la produzione di alcuni album straordinari. Un’autentica seconda giovinezza per il gruppo che pubblica Absolute Dissent, MMXII e Pylon in tre soli anni: dischi meravigliosi che li portano a girare il mondo con concerti che rievocano una furia distruttiva e corrosiva, nichilista e anarchica.

L’ultimo show…

Lo scorso anno un evento epocale… la band, da sempre bandita da BBC e istituzioni britanniche per le sue idee politiche, viene invitata a suonare un concerto celebrativo alla Royal Albert Hall. Da tutta l’Europa si muovono fan e discepoli di un suono e di uno stile assolutamente unico nel suo genere. Forse inimitabile. Chi scrive era presente…

“Non so per quanto tempo ancora potremo fare quello che facciamo, abbiamo avuto i nostri problemi, acciacchi, ognuno di noi ha una famiglia, interessi, esigenze diverse. Ma una cosa è certa: quando saliamo sul palco il tempo si ferma e torniamo a essere quelli di sempre, quelli di 40 anni fa”.  É la sua ultima dichiarazione ufficiale.

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