Il dibattito sull’intelligenza artificiale e la sua applicazione in ambito creativi si accende anche al massimo livello dell’industria musicale
La discussione che riguarda l’intelligenza artificiale continua a dominare la scena anche in ambito musicale tra chi è favorevole e chi è estremamente contrario. Un dibattito talmente serrato che non può non provocare conseguenze anche in termini estremamente pratici.
La notizia è recente. La commissione dei Grammy Award, il maggiore riconoscimento istituzionale per chi produce musica, ha introdotto una regola che non ammetterà ad alcuna categoria musica creata esclusivamente con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
Sembra una chiusura. In realtà sta accadendo altro. Perché la commissione dei Grammy non ha escluso a priori l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: si è limitata a porre un veto sul suo utilizzo esclusivo. Nel senso che non saranno considerati degni di riconoscimenti ufficiali i brani che saranno ‘interamente composti’ con l’IA. Gli artisti potranno utilizzare l’intelligenza artificiale come aiuto.
Alla base della decisione della commissione dei Grammy c’è la Recording Academy americana, una delle istituzioni artistiche musicali più autorevoli e importanti del mondo. Gli esperimenti con la Intelligenza Artificiale stanno creando un notevole dibattito in queste ultime settimane tra artisti del tutto contrari e altri possibilisti. Sting tempo fa si era dichiarato del tutto contrario a questa eventualità, sostenendo di non avere mai visto una macchina esprimere anima o creatività.
È di pochi giorni fa invece la prima posizione conquistata dal brano dei Beatles, rieaborato grazie all’intelligenza artificiale che ha consentito di estrapolare la voce di John Lennon da un vecchio demotape con musica inedita. Ora Now and Then è il primo brano inedito pubblicato dai Beatles dai Free as A bird (1995), inserito nell’album Anthology e pubblicato 25 anni dopo lo scioglimento della band.
Paul McCartney ha definito ammissibile ‘un uso umano dell’intelligenza artificiale’. Dichiarazione tutta da chiarire…
E mentre la discussione prosegue arriva un chiarimento che potrebbe risultare storico da parte della Record Academy: “Solo gli artisti in carne e ossa potranno essere candidati, nominati o vincere un Grammy Award. Un’opera che non contiene paternità umana non è ammissibile in nessuna categoria” si legge in una nota ufficiale.
C’è poi un’ulteriore specifica: “La componente di paternità umana del lavoro presentato deve essere significativa e più che de minimis” si legge in un’altra nota. Il che significa che gli artisti potranno utilizzare l’intelligenza artificiale come aiuto, ma il contributo umano dovrà essere il più significativo dal punto di vista creativo.
Restano perplessità su come l’Accademia possa essere in grado di dimostrare se e quando l’intelligenza artificiale verrà utilizzata in sala d’incisione e che cosa significhi il termine “più che de minimis” nel senso di utilizzo dell’elemento umano.
Si tratta di un nuovo capitolo estremamente interessante sugli sviluppi dell’applicazione. Soprattutto dopo la denuncia, estremamente dura da parte di alcuni artisti, in particolare Nick Cave. Il tutto mentre l’Academy ha già ufficializzato l’istituzione di tre nuove categorie per a prossima edizione dei Grammy Awards in programma il prossimo anno, la 66esima.
Intanto anche l’amministratore delegato della Recording Academy, Harvey Mason jr., ha diffuso una nota ufficiale: “Si tratta di cambiamenti significativi che riflettono il nostro impegno ad ascoltare e rispondere attivamente al feedback della nostra comunità musicale, rappresentando accuratamente una vasta gamma di generi musicali rilevanti e rimanere allineati con il panorama musicale in continua evoluzione”.
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