Ci sono almeno 100 artisti che si stanno opponendo in tutti i modi al riconoscimento facciale ai concerti, tra questi i Rage Against the Machine
Si parla molto di intelligenza artificiale, del suo utilizzo anche in ambito artistico, di come questa potrebbe in qualche modo interfacciarsi con la libertà di espressione di un gruppo, di un musicista.
Ma tra le applicazioni dell’intelligenza artificiale negli ultimi mesi, è stata ipotizzata anche quella del riconoscimento facciale, da sfruttare ai concerti per ‘schedare’ chi acquista i biglietti. E in questo modo renderlo non tanto responsabile di quello che fa, ma ‘cliente’ di tutta una serie di servizi.
Si tratta per la verità di uno strumento che da qualche tempo è già attivo in alcuni circuiti di concerti degli Stati Uniti. Chi compra un biglietto con le applicazioni di pagamento digitali, mette a disposizione anche i dettagli del proprio account paperless, lo stesso che in Italia al momento si utilizza solo avvicinando il proprio telefonino che contiene i dati della carta di credito, o il suo chip, al lettore POS digitale. Ma il riconoscimento facciale è una realtà per quasi tutti i telefonini di nuova generazione. Serve a sbloccarli quando sono in stand by, o a pagare quando si attiva il wallet.
Comodo, non c’è dubbio. Ma un conto è farlo volontariamente da un proprio dispositivo che si usa personalmente. Un altro è affidare questi dati somatici a un terzo, che possa essere un organizzatore, una banca o semplicemente un addetto al controllo delle vendite.
Gli ultimi test negli Stati Uniti hanno consentito a molti spettatori di concerti di accedere direttamente ai tornelli in modalità paperless grazie al riconoscimento facciale. Ma anche di pagare panini, birre, merchandising. Tutto direttamente collegati all’account personale e alla carta di credito.
Da una parte gli organizzatori sostengono che si tratti di un metodo assolutamente sicuro che consente a chiunque di non portare con se telefonini (sono migliaia quelli che vengono rubati ai concerti, non solo negli Stati Uniti) piuttosto che soldi o portafogli. Si entra al concerto con quello che si ha indosso. Cosa che consentirebbe agli organizzatori dei concerti di eliminare un altro problema importante… quello della ripresa degli eventi con i telefonini da parte degli spettatori, sempre più osteggiata da chi gestisce i concerti ma anche dagli artisti.
Questa innovazione tuttavia ha suscitato molti timori. Scatenando anche una vivace protesta da parte di numerosi artisti che aderiscono al gruppo di difesa dei diritti digitali Fight for the Future. Il gruppo di firmatari non è solo folto, ma estremamente qualificato. Ci sono i Rage Against the Machine di Tom Morello e Zack De La Rocha, ma anche Boots Riley, Wheatus , Anti-Flag , Downtown Boys e molti altri. Dopo la presa di posizione alcuni organizzatori minori hanno già confermato la decisione di non utilizzare la tecnologia del riconoscimento facciale per i loro spettacoli.
Leila Nashashibi, attivista di Fight for the Future, sostiene che le nuove tecnologie non possono prendersi il diritto di tracciare nessuno: “Definire il controllo di dati biometrici per aumentare l’efficienza e la sicurezza non solo è falso ma è anche moralmente ingiusto. Si tratta di una tecnologia ancora estremamente imprecisa che crea più danni e problemi di quanti ne risolva, attraverso l’errata identificazione e altri difetti tecnici. Ancora più spaventoso, però, è un mondo in cui il sistema funzioni perfettamente al 100%, in altre parole, si ipotizza uno scenario in cui la privacy è inesistente, dove siamo identificati, osservati e sorvegliati ovunque andiamo”.
La campagna è iniziata a seguito della conferma che il Madison Square Garden, uno dei più famosi impianti del mondo, ha iniziato a usare il riconoscimento del volto per identificare le persone presenti agli eventi. Il tutto per una causa non nobilissima: il software identificava gli avvocati in causa contro la società di gestione dell’impianto di Manhattan. E se li riconosceva lo staff della sicurezza lo accompagnava all’uscita.
Nel frattempo i Rage Against the Machine restano al lavoro in attesa di riprendere il loro tour dopo il grave infortuni di De La Rocha che lo scorso anno dopo tredici date si è strappato il tendine d’Achille proprio durante una frenetica interpretazione di Bullet in the Head. Il cantante ha portato a termine il concerto seduto al centro del palco, ma poi la band ha cancellato il resto del tour.
Tom Morello ha anche ricominciato a scrivere altro materiale per un nuovo disco: “È stato un periodo molto fruttuoso. Sono stato molto ispirato da mio figlio che ha compiuto 11 anni. Sono stato relegato a essere il chitarrista ritmico della mia famiglia ora perché mio figlio fa anche più rumore di me”.
I Rage Against the Machine poche settimane fa sono entrati nella Rock & Roll Hall of Fame. Ma presente sul palco c’era solo Morello. Zack de la Rocha, da sempre contro qualsiasi istituzione ufficiale e in lite feroce da anni con le industrie discografiche ha disertato l’impegno andando a una manifestazione pro-Palestina.
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