Il dibattito sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito musicale registra il parere molto critico di Sting
Nel corso delle ultime settimane l’intelligenza artificiale con il suo utilizzo in ambito artistico è diventata argomento di discussione tra numerosi musicisti e attori. Il punto di vista di alcuni è che i software per lo sviluppo di idee possa essere non solo ammesso, ma addirittura creativo.
I Beatles hanno appena utilizzato questa tecnologia per realizzare un inedito che dopo 54 anni li ha riportati al comando della classifica britannica. Lo stesso Paul McCartney ha defininto le potenzialità dell’intelligenza artificiale “promettenti ma anche spaventose…”
“…se tuttavia vengono usate con criterio, senza abusi, in modo intelligente e al servizio di un progetto dove la creatività umana è sempre tutelata non sono del tutto contrario. Nel nostro caso non abbiamo lasciato alcuno spazio creativo all’intelligenza artificiale. Le abbiamo semplicemente chiesto di perfezionare un suono analogico portandolo agli standard di oggi. E il risultato è stato quello che tutti stanno apprezzando” ha detto McCartney presentando Now and Then.
Ma altri non ammettono assolutamente questo genere di utilizzo. E lo stanno combattendo con forza impugnando anche il concetto di proprietà intellettuale che, al momento, per definizione, non si può applicare a un’opera che non è opera di intelletto ma di un software. E dunque artificiale.
Qualche tempo fa Tom Hanks, due premi Oscar come miglior attore protagonista per Philadelphia e Forrest Gump, si è detto curioso delle applicazioni di IA in ambito cinematografico: “I software potrebbero accedere alla mia banca di espressioni e farmi recitare anche molto tempo dopo che io sarò morto – ha detto l’attore – ma resta un problema serio quello della proprietà di quella faccia e di quella voce. Che appartiene ovviamente all’attore…”
Un dibattito che in ambito cinematografico si è fatto feroce portando a un braccio di ferro sindacale che ha paralizzato tutta l’attività di studios, teatri di posa, cinema e fiction per mesi.
Sting sotto questo aspetto non è assolutamente d’accordo.
In una lunga intervista concessa a Music Week il fondatore dei Police ha definito l’uso di IA noioso e per nulla creativo: “Ho visto diversi film che hanno utilizzato l’intelligenza artificiale, li ritengo un esercizio inutile e poco creativo. Perché so che in quel momento l’attore non vede il mostro, che è generato da un computer e che nessuna delle imprese che compiono è reale. Anzi… non è nemmeno vicina al concetto di recitazione che per definizione è interpretare qualcosa nella sua completezza. In ambito musicale questo è anche peggio. Gli algoritmi gestiscono una gran quantità di informazioni, ma manca la più importante. L’elemento umano”.
Sting è convinto che l’intelligenza artificiale sia semplicemente uno strumento di marketing. E che il suo impiego nelle arti non abbia alcun futuro: “Molti vanno a fare la guerra ad artisti perché alcuni dei loro accordi ricordano una vecchia canzone – ha detto Sting riferendosi al recente caso di Ed Sheeran accusato, e prosciolto, dall’accusa di plagio – e nessuno pensa al fatto che l’intelligenza artificiale di fatto un plagio. Le macchine non scrivono canzoni. Non possono scrivere libri. Sono esperienze molto personali e umane. Elaboreranno e confonderanno le idee di altre fino a renderle verosimili. Ma mai vere. Scrivere musica è un lavoro per l’anima. E non conosco macchine che ne abbiano una. Una macchina non crea. Elabora la creazione di altri”.
Sting è passato questa estate dakll’Italia con tre concerti a Mantova, Stupinigi e Roma per il suo tour dedicato alle grandi canzoni del suo repertorio solista e con i Police. La sua scaletta presentata negli Stati Uniti presentava una ventina di canzoni, un terzo delle quali dei Police (Roxanne, King of Pain, So Lonely, Walking on the Moon, Every breath you take tra le altre) aprendo lo show con Message in a Bottle per chiuderlo con uno dei suoi grandi successi solisti, Fragile.
Purtroppo nessuna speranza di rivedere la band di nuovo insieme: “Intelligenza artificiale o meno bisogna essere in tre per ricreare i Police. E in questo momento nessuno di noi tre sembra avere alcuna intenzione di farlo. Credo che l’esperienza si sia chiusa definitivamente….” ha tagliato corto a riguardo il fondatore della band.
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